Il sostegno alla genitorialità nel dopo nascita è un tema poco rilevante all’interno della nostra società. Abbiamo normalizzato la necessità di un accompagnamento alla nascita – anche con l’abbandono della terminologia di “corso pre-parto” – ma ancora non sentiamo l’urgenza di un supporto analogo nel periodo successivo al lieto evento.

Il fatto che non sia una priorità non significa che non sia necessario: un tempo la puerpera era assistita dalle donne della famiglia, il sostegno e la cura mostrata nei suoi confronti erano il naturale proseguimento dell’assistenza fornita durante il parto. Tuttavia la società è cambiata e con essa il modo di vivere la famiglia e – ovviamente – la nascita.

Si partorisce in un luogo diverso dalla propria casa e legato all’ambiente sanitario nella maggioranza dei casi, la famiglia è nucleare e non raramente lontana dai parenti più prossimi, si vive e si lavora principalmente nelle grandi e piccole città, ricche di servizi ma spesso povere di relazioni interpersonali. Questi cambiamenti hanno portato certamente benefici ma anche nuove sfide da affrontare, tra cui la solitudine e l’isolamento fisico e esistenziale che si trovano a vivere soprattutto le neomamme e il bisogno di costruire da capo una nuova rete sociale a partire da diverse priorità e necessità.

Siamo in un’epoca di maggiore sensibilità e conoscenze affinché sia garantito il benessere in tutto il percorso della nascita, ma ancora abbiamo difficoltà a far circolare le giuste informazioni e a fornire un corretto supporto in un momento così particolare della vita di una famiglia e dei singoli componenti di essa. 

Nell’epoca del distanziamento fisico e della riduzione delle occasioni di confronto e assistenza personalizzata anche a causa della pandemia urge con ancora più insistenza la necessità di una seria riflessione sull’adeguato sostegno da fornire ai neogenitori.

Il ruolo del sostegno sociale nel periodo perinatale 

In quanto momenti di forti trasformazioni, la gravidanza, il parto e il post parto rappresentano uno dei periodi più bisognosi di sostegno che una persona possa vivere. È un passaggio che necessita di nuove conferme, di una comprensione profonda del cambiamento, di un ridimensionamento del proprio ruolo, di una ridefinizione del proprio essere e del proprio posto nel mondo. 

Potrebbe essere più appropriato parlare di sostegno sociale nel periodo perinatale, piuttosto che di sostegno in gravidanza e poi nel dopo nascita, perché per essere realmente efficace l’azione di supporto specialistico, familiare e sociale deve avere una continuità tra le varie fasi dell’arrivo di un bambino e del divenire genitore.

Un corso di accompagnamento alla nascita che prosegue anche dopo il parto con incontri periodici, un gruppo di madri o di coppie che condivide il cammino prima e dopo la nascita dei loro figli, professionisti sanitari e educativi che offrono continuità assistenziale, rappresentano tutte l’occasione di creare una relazione che si mantiene nel tempo e che porta benefici visibili in termini di salute globale degli individui coinvolti. 

Il supporto emotivo, tangibile e informativo sperimentati durante la gravidanza, sia da parte degli operatori che della propria famiglia, sono inoltre correlati positivamente alla salute mentale e fisica delle neomamme dopo la nascita, sia con una diminuzione delle complicazioni durante il parto sia con una inferiore incidenza di depressione-post partum
Una visione più ampia del processo, con meno confini netti e con la collaborazione tra le figure professionali, tra i pari, tra le famiglie, con il coinvolgimento sociale in senso generale, è considerabile parte di una promozione alla salute e al benessere fisico e psicologico delle madri, dei bambini che vengono al mondo, dei padri. La continuità è prevenzione, la relazione di aiuto e cura è parte integrante di un’assistenza realmente efficace, ossia che raggiunge obiettivi di salute verificabili. 

Il supporto psicologico: la cura della mente della madre 

Il periodo intorno alla nascita di un bambino è un momento di vulnerabilità, per la fatica, per le preoccupazioni, per il peso della responsabilità.

La solitudine vissuta dalle neo madri e l’assetto ormonale e organico accentuano la fragilità, portando con sé pensieri negativi e un senso di incomprensione e inadeguatezza. Il parto stesso è un evento impattante nel corpo ma anche nella mente della donna, sia nel caso in cui si sia svolto in modo rispettoso e positivo e ancora di più quando si siano verificati eventi traumatici o aspetti difficili da rielaborare. Rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta può fare la differenza, perché così come si verifica lo stato di salute fisica e la corretta ripresa di organi e tessuti, ugualmente si dovrebbe indagare il livello di benessere psicologico. Il rischio è di prendere contatto con i professionisti della salute mentale solamente una volta giunti al momento più critico, senza aver avuto la possibilità di prevenire o cogliere i segnali di disagio precedenti. 

Lo psicologo perinatale

Lo psicologo perinatale si occupa più nel dettaglio del periodo compreso tra il pre-concepimento e il quarto anno di vita del bambino, ed è quindi il più adatto a cui riferirsi in questa fase della vita, soprattutto nel caso in cui ci si trovi ad affrontare infertilità, sterilità, percorsi di procreazione medicalmente assistita, lutti perinatali e altre difficoltà riguardo tematiche intorno alla maternità e alla paternità. Tuttavia, anche in assenza di particolari problematiche nel concepimento, nella gravidanza, nel parto e nel dopo parto, la possibilità di confrontarsi con un professionista è preziosa, per valorizzare e personalizzare l’esperienza e promuovere la salute psico-emotiva-relazionale della persona. 

La genitorialità può essere un’occasione privilegiata per prendersi cura anche di questo lato di sé o addirittura per individuare soggetti a rischio; la proposta di uno sportello d’ascolto psicologico o la presenza di uno psicologo nel percorso di accompagnamento alla nascita sono quindi essenziali non solo per una preparazione più completa alla vita da genitore ma anche come azione mirata di prevenzione e promozione della salute mentale nella popolazione. 

Di Stefania Zucca

Fonti:

World Health Organization, Intrapartum care for a positive childbirth experience, 2018

S.J. Davies, J.A.G Lum, H. Skouteris, L.K. Byrne, M.J. Hayden, Cognitive impairment during pregnancy: A meta-analysis, in Medical Journal of Australia, 2018

Hoekzema, E., Barba-Müller, E., Pozzobon, C. et al. Pregnancy leads to long- lasting changes in human brain structure, in Nature Neuroscience, 2017.

Maria Teresa Mara Francese, Tradizioni alimentari nel parto e nel puerperio, in Atti del X Congresso Nazionale AISEA Cibo e alimentazione. Tradizione, simboli, saperi. Roma, 5,6,7 luglio 2006

D.K. Gjerdingen, D.G. Froberg, P. Fontaine, The effects of social support on women’s health during pregnancy, labor and delivery, and the postpartum period in Family medicine, 1991

R. Negron, A. Martin, M. Almog, A. Balbierz, E.A. Howell, Social support during the postpartum period: Mothers’ views on needs, expectations and mobilization of support, in Maternal and child health journal, 2013

Jessica Moran, Social support and reducing social isolation in Peer Support in

Perinatal Mental Health: Review of Evidence and Provision in Scotland, 2020 

Richiedi informazioni sui nostri corsi e servizi: