La cardiotocografia, anche nota come CTG, è un esame diagnostico non invasivo utilizzato per valutare la salute fetale durante la gravidanza. Si tratta di una tecnica di monitoraggio del battito cardiaco fetale e delle contrazioni uterine della madre.
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Le modalità di utilizzo della CTG
Il dispositivo utilizzato per la cardiotocografia consiste in due sensori: uno viene applicato sulla pancia della madre per registrare i battiti cardiaci del feto, mentre l’altro viene posizionato sulla parete addominale per misurare le contrazioni uterine.
Durante la CTG ,i dati raccolti dai sensori vengono registrati su un computer e analizzati per determinare se ci sono anomalie nel battito cardiaco del feto o nelle contrazioni uterine. In particolare, il test permette di valutare la frequenza cardiaca fetale, la variabilità del battito cardiaco e la presenza di eventuali decellerazioni. Il test può essere eseguito a partire dalla 37ª settimana di gravidanza e viene effettuato solitamente durante le visite di controllo prenatali o in caso di particolari problematiche rilevate durante la gravidanza. L’esame è completamente indolore e non comporta rischi per la madre o per il feto.
In particolare, durante la CTG, vengono utilizzate due sonde che vengono poggiate sulla zona addominale della futura mamma. Una di queste due sonde è simile a quella ecografica, la quale attraverso degli ultrasuoni è in grado di registrare la frequenza cardiaca fetale; l’altra è invece un sensore che monitora le contrazioni uterine. I segnali registrati vengono trasmessi ad un monitor ed elaborati attraverso un tracciato utile ad evidenziare la presenza o meno di variazioni nelle contrazioni uterine e nella frequenza cardiaca fetale dalla 37° settimana in poi.
Casi particolari e anomalie
In caso di anomalie riscontrate durante la cardiotocografia, il medico può decidere di effettuare ulteriori indagini diagnostiche, come ad esempio l’ecografia fetale o la stimolazione vibroacustica. In alcuni casi, può essere necessario intervenire per proteggere la salute del feto o accelerare il travaglio.
La cardiotocografia viene utilizzata per monitorare la salute fetale in gravidanze a rischio, ad esempio in caso di ipertensione, diabete gestazionale o ritardo di crescita fetale. Inoltre, può essere effettuata anche durante il travaglio per valutare l’andamento delle contrazioni uterine e il benessere del feto.
In sintesi, la cardiotocografia è una tecnica di monitoraggio non invasiva che consente di valutare la salute fetale durante la gravidanza e il travaglio. Si tratta di un esame utile per identificare eventuali problematiche e garantire la migliore assistenza possibile alla madre e al bambino.
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Il periodo migliore per utilizzare la CTG
La cardiotocografia viene effettuata principalmente quando la gravidanza è intorno alla 38° e 39° settimana, sempre su indicazione di uno specialista. Ma può essere anticipata a partire dalla 30° settimana qualora dovessero presentarsi condizioni particolari.
Ogni sessione dura almeno trenta minuti ma può estendersi in casi particolari.
E’ importante ricordare che le società scientifiche a livello internazionale, nel settore ostetrico-ginecologico ,hanno sviluppato delle linee guida sull’utilizzo della cardiotocografia . Nel 2008 alcuni studiosi hanno ampiamente dimostrato che nelle gravidanze a basso rischio l’utilizzo di questo test non è stato di molto più efficace rispetto all’auscultuazione con stetoscopio o con la sonda, durante il travaglio.
Nelle gravidanze a basso rischio questo esame non porta un concreto beneficio nella prevenzione di alcuni dei rischi neurologici per il feto, come si vuol credere, poichè è un test in grado di valutare una situazione particolare solamente nel momento in cui avviene il tracciato.
Per questo motivo diventa di fondamentale importanza non avvalersi solo ed esclusivamente di questo monitoraggio ma affidarsi anche ad altri esami quali ,ad esempio, l‘ecografia e la cosiddetta flussimetria, un esame accurato che si basa sempre sull’utilizzo di ultrasuoni e che permette di misurare la quantità e la velocità della circolazione nei vasi sanguigni.
Chi consigli la CTG
L’esame della CTG può essere proposta dallo specialista o richiesta dalla madre interessata. Solitamente si ricorre a questo esame sia per prassi che per timore di contenziosi medico-legali in futuro.
Di sicuro, fra gli esami diagnostici nel campo medico, ad oggi non c’è ne nessuno in grado di monitorare in sicurezza un travaglio e quindi è sempre consigliabile utilizzare questo strumento informando la futura mamma sul suo funzionamento e su tutti gli step da seguire.
In conclusione, la CTG , affiancata ad altri esami diagnostici, sicuramente garantisce un monitoraggio corretto del benessere fetale ma utilizzata da sola potrebbe presentare troppi limiti che necessitano di miglioramento.
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