In natura, il latte (prodotto di secrezione delle ghiandole mammarie dei Mammiferi dopo il parto) è l’alimento previsto per la crescita dei cuccioli dei Mammiferi, ed il latte di ogni specie va ad esclusivo beneficio di quella specie; questo è evidente dalla diversa composizione dei vari tipi di latte, pertanto questo alimento viene definito specie-specifico.
La natura ha dunque predisposto un alimento completo ed unico per i cuccioli di ogni specie, compreso l’uomo, un cibo che risponda in maniera ineguagliabile ai loro bisogni. Tuttavia, il latte materno umano non è solo specie-specifico, adatto alla nostra specie, ma è anche individuo-specifico, cioè il latte “giusto” per quello specifico bambino. Si è infatti constatato che la composizione del latte materno nelle mamme che avevano allattato più figli era differente per ciascun figlio.
Cosa vogliono dire esattamente le parole specie-specifico
Ma cosa vogliono dire esattamente le parole specie-specifico? A spiegarlo in modo particolarmente chiaro è stata la biologa dell’evoluzione Katie Hinde, direttrice del Laboratorio di lattazione comparata presso il Centro nazionale di ricerca sui primati della California, in occasione del Simposio Internazionale sull’Allattamento, che si è svolto a Firenze.
Nel suo intervento, intitolato “Trecento milioni di anni di evoluzione hanno reso il latte materno adatto al cervello del bambino”, la professoressa Hinde ha sottolineato come a determinare le differenze del latte prodotto da ciascun mammifero sia il percorso evolutivo: in pratica ogni madre mammifero produce un latte che risponde alle particolari esigenze nutritive dei piccoli della sua specie. Questo fa sì che il latte della mamma, sia assolutamente unico e insostituibile, perché la sua composizione è l’unica giusta per il suo cucciolo. Un esempio pratico: per far crescere bene un cucciolo di elefante non possiamo offrirgli il latte di mamma gatta. Per far crescere bene un cucciolo di foca non è indicato il latte di un cammello. Il latte delle diverse madri è adeguato alla velocità di crescita dei cuccioli, alle abitudini di accudimento della specie, all’habitat dove i piccoli vengono alla luce. E tutto questo grazie a un lungo percorso evolutivo che ha permesso al latte di ogni madre mammifera di specializzarsi e diventare assolutamente perfetto per garantire la sopravvivenza della propria specie.
La professoressa Hinde spiega che l’organismo della madre si è già adattato all’ambiente in cui vive, e per questo è in grado di “trasmettere” questo adattamento ai cuccioli mediante il nutrimento, permettendo così ai piccoli di ogni specie “di crescere, svilupparsi e prosperare, indipendentemente dalla disponibilità di cibo e acqua pulita nell’ambiente circostante”. Questo discorso vale per ogni cucciolo, e vale dunque anche per l’uomo. Il latte materno si è evoluto per rispondere alle esigenze dei singoli organi dei mammiferi neonati, compreso il cervello. Un percorso evolutivo di cui, secondo l’esperta, possiamo comprendere la complessità se pensiamo che il cervello umano è più sofisticato di qualsiasi tecnologia creata dall’uomo ed esponenzialmente più complesso rispetto al cervello degli animali. Il latte umano contiene, infatti, migliaia di molecole bioattive la maggior parte delle quali influisce direttamente o indirettamente sul cervello!
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Il latte specie-specifico e la sua composizione
Ogni tipo di latte contiene, disciolti in acqua, zuccheri (lattosio), proteine, grassi, vitamine ed enzimi, oltre agli anticorpi propri della specie di appartenenza, ma la composizione del latte differisce tra le varie specie di mammiferi. Queste differenze di composizione sono veramente enormi, ad esempio il latte di focena che contiene solo il 40% di acqua, il latte di cavalla ne contiene il 90%. Mentre il latte di cavalla ha soltanto l’1.5% di grassi, il latte di focena ne contiene il 46%.
La cavalla produce un latte più ricco di lattosio di quello dei cetacei, mentre il latte di coniglio è il più ricco di tutti in proteine e sali minerali, e così via.
Il latte specie-specifico contiene quindi non solo tutti i nutrienti nelle proporzioni ottimali per la crescita, ma anche le sostanze enzimatiche e gli anticorpi che hanno la funzione di aumentare le difese immunitarie in un periodo della vita in cui un’infezione potrebbe avere conseguenze gravissime.
di Valentina Fabrello