Già dal funzionamento del processo si può intuire quanto sia necessario il bisogno di interazione e connessione armoniosa affinché il tutto sia funzionale sia al bisogno del bambino sia alla relazione che permette l’instaurarsi di una profonda regolazione emotiva di soddisfazione tra il neonato e la madre. 

L’esperienza dell’allattamento è perciò una delle prime forme di contatto che il neonato sperimenta con un altro al di fuori di sé. 

allattamento: non un mero atto nutritivo

Non si tratta di un mero atto nutritivo, ma è l’intreccio di questo con la complessa dimensione affettiva e relazionale che si struttura precocemente nelle interazioni tra la madre ed il neonato ed è modulata da codici affettivi, cognitivi e comportamentali. Oltre a provvedere a una necessità fisiologica, ovvero l’alimentazione, si crea anche una relazione psicologica tra mamma e bambino, che consente di nutrire la relazione. 

In una buona relazione di allattamento la mamma impara a cogliere, anche inconsapevolmente, i segnali del proprio bimbo, come il tono muscolare, il tipo di respirazione, il livello di vigilanza, il calore del corpo, l’afflusso di sangue, e il bimbo può fare esperienza della realtà e del mondo che, nei primi giorni di vita, sono la madre stessa. 

Una madre infatti non allatta semplicemente il proprio bambino, ma allo stesso tempo lo abbraccia, gli sorride, lo sostiene e lo asseconda con lo sguardo, gli parla attraverso il linguaggio verbale e pre-verbale. Si sviluppa una vera e propria relazione tra i due, caratterizzata da importanti aspetti emotivi, affettivi, comunicativi e cognitivi strettamente connessi alla nutrizione. 

L’allattamento secondo Winnicott

Per Winnicott, ad esempio, l’allattamento al seno rappresenta la prima forma di comunicazione in grado di condizionare le successive esperienze comunicative e relazionali. Non si tratta semplicemente di offrire del latte ma di creare un legame. Nei primi mesi di vita, il legame di attaccamento si sviluppa non solo per un desiderio di nutrizione, ma anche per una necessità di contatto fisico. 

Il bambino tramite l’allattamento sperimenta infatti le prime percezioni tattili, olfattive, uditive e di calore, già sviluppate e conosciute nella vita intrauterina, e crea una sua prima esperienza della realtà.
Quindi sicuramente il contatto diretto seno-bocca bambino favorisce la comunicazione multisensoriale e la sintonia madre bambino, uno scambio visivo-uditivo-olfattivo tra i due. 

L’alimentazione in generale, infatti, oltre a provvedere al soddisfacimento fisiologico della fame, è carica di valenze psicologiche.

Gli studi sull’allattamento

Dato che il nutrimento rappresenta il primo rapporto che il bambino ha con il mondo, gli studi riguardo l’allattamento hanno dedicato particolare attenzione alla modalità con cui il neonato viene alimentato. 

Durante l’allattamento una mamma riceve dal proprio bambino stimoli sensoriali ed emotivi che, gratificandola, appagano in lei il senso di maternità e di protezione, rafforzano la prima realizzazione di essere madre. Il bambino dall’altra parte trova in quel lungo abbraccio materno non solo il benessere fisico derivante dal nutrimento, ma soprattutto l’atmosfera ideale di calore e sicurezza in cui poter crescere serenamente. 

L’intenso momento di intimità e nutrizione consente di entrare simbolicamente e materialmente in rapporto con l’altro, sperimentando le prime sensazioni di piacere e godimento connesse al messaggio di cura ed amore trasmesso dall’offerta materna del seno. 

Allattamento e relazione di attaccamento

L’allattamento al seno positivo facilita poi indubbiamente un attaccamento di tipo sicuro. Il neonato comincia a dare senso alla vita instaurando una relazione con la madre durante l’esperienza della nutrizione, attraverso il contatto con la pelle, il calore, l’odore, il suono della voce.
Tanto più questo contatto si verifica in modo armonioso, lontano da situazioni caotiche e stressanti, tanto più il piccolo riceverà sensazioni di un mondo esterno positivo. Nell’allattamento il piccolo non ha un ruolo passivo, non è un inerte recettore o un contenitore da riempire, ma concorre attivamente a organizzare lo scambio comunicativo. 

La suzione quindi diventa un vero e proprio strumento tramite il quale interagire con la madre, influenzandone gli atteggiamenti e i comportamenti. In questo scambio, i due agiscono secondo un modello che segue le regole del rispetto del turno, dove la pausa del bambino induce l’intervento della madre, che quando cessa, provoca la ripresa di suzione del bambino. 

Nutrizione come precursore del dialogo

La nutrizione vista sotto questo punto di vista si può considerare un precursore del dialogo e i ritmi nella nutrizione saranno fondamentali per lo sviluppo futuro della relazione.
Diverse ricerche hanno dimostrato come durante l’allattamento, ad esempio, si crei molto presto un andamento ritmico che la studiosa Karen Kaye (1982) ha definito “alternanza dei turni” (turn-taking). Si succedono, cioè, una serie di “turni di attività-pausa”: quando il neonato succhia attivamente, la madre riduce la sua interazione e perlopiù osserva e sostiene con le parole la suzione del figlio; quando invece si verifica una pausa nella suzione, è la madre a divenire più attiva, parla e sorride al bambino, lo accarezza. 

Durante le pause della suzione il bimbo stacca la bocca dal seno e rivolge il proprio sguardo alla madre che lo corrisponde e commenta con parole affettuose quanto sta accadendo tra loro: è in questo momento che il bambino/a elabora le risposte costituite da questi sguardi, contatti, parole, che per ora sono soltanto suoni per lui privi di un significato ma con importanti connotazioni affettivo-emotive, e apprende cosa sta succedendo tra lui e la madre. 

Il contenuto di questa comunicazione non verbale, corporea non è traducibile in parole ma è evidente che ciò che viene scambiato costituisce un apprendimento di significati, che nella memoria implicita caratterizzano la qualità della relazione. Queste prime forme di interazione affettiva e sociale, caratterizzate dall’alternanza e dalla reciprocità, sono assimilabili a dei veri e propri dialoghi. Quando osserviamo una coppia madre-bambino durante l’allattamento, il coinvolgimento e la sintonizzazione reciproca spesso creano un ritmo unitario scandito dai respiri, dalla mimica, dai gesti e dai vocalizzi di entrambi. 

Nella prima fase della nutrizione, quando il bambino afferra il capezzolo per cominciare a succhiare, la madre resta immobile, spesso non parla e non cambia posizione. Quando l’iniziale stimolo della fame, così potente e vigoroso, diminuisce, il bambino comincia a rilassarsi e guardarsi intorno (seconda fase della nutrizione). Il bisogno di mangiare non è più così urgente e la madre percepisce che il figlio è pronto a guardare, ascoltare e toccare. Ella allora diventa più attiva: se il bambino è assonnato, cerca di stimolarlo, ad esempio scuotendo leggermente il seno, parlando o cullando dolcemente il piccolo. Nella terza fase, il bambino è al confine tra il continuare a succhiare e l’addormentarsi. Se la madre sente che il piccolo può prendere ancora un po’ di latte, cercherà di modulare dolcemente il suo stato di vigilanza, senza rotture del ritmo brusche e improvvise. Può prendere allora una mano del piccolo e cominciare una danza lenta e tranquilla. Senza riflettere, la madre fornisce in questo modo una lieve stimolazione che varia in maniera abbastanza costante da mantenere il bambino, ora semiaddormentato, sufficientemente vigile per terminare la poppata (Stern, 1998). 

La madre ha un ruolo fondamentale nel facilitare i primi dialoghi non verbali

Com’è stato messo in luce da Colwyn Trevarthen (1998), studioso delle forme precoci di comunicazione sociale (“protoconversazioni”), la madre ha un ruolo fondamentale nel facilitare i primi dialoghi non verbali, identificandosi in modo empatico con gli stati soggettivi del suo bambino, e proprio il “passaggio” di espressioni emotive, che vanno alternativamente dalla madre verso il bambino e dal bambino verso la madre, crea e sviluppa uno stretto contatto mentale. 

Durante l’allattamento e poi successivamente, quando il bambino si sviluppa ed aumenta la sua autonomia, gli “scambi faccia a faccia” e il contatto vocale rimangono due indicatori importanti della relazione e della reciprocità che si può instaurare e permettono la costruzione di “sistemi di regolazione diadica” sempre più complessi. Lo sguardo poi svolge la funzione di segnalare la partecipazione all’interazione e una deviazione dello sguardo è un segnale di conclusione o riduzione dell’intensità di un rapporto: evidenzia un’interruzione nella comunicazione. 

La relazione alimentare organizza non solo i ritmi biologici, ma anche i rapporti interpersonali

Il comportamento prima riportato e osservato nel neonato di interrompere la suzione per giocare con il seno o per guardare il volto materno, infatti, mostra come il soddisfacimento sia tanto connesso alla madre, piuttosto che al nutrimento in sé. La relazione alimentare, quindi, organizza precocemente non solo i ritmi biologici infantili, come quello relativo a fame-sazietà, ma anche i rapporti interpersonali poiché rappresenta la prima esperienza di comunicazione e regolazione reciproca degli affetti, condivisa con la madre

Di fondamentale importanza, a tal fine, risulta la capacità della mamma di sintonizzarsi affettivamente agli stati d’animo e ai bisogni del bambino per rendere possibile il riconoscimento e l’adeguato soddisfacimento degli stessi, instaurando un vero e proprio dialogo emotivo, in cui entrambi alimentano e ritmano a turno la comunicazione, dando vita ad uno scambio ricco di intense emozioni. 

Il rispetto del turn-taking tra madre e neonato, in particolare all’interno dei cicli di attività-pausa che caratterizzano la suzione, costituisce un precursore dello sviluppo del linguaggio, nonché dell’interazione sociale. 

di Francesca Lopez

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