Quando si decide di diventare genitori, è importante conoscere i diritti e le tutele che la legge prevede per le mamme lavoratrici dipendenti, in modo da poter conciliare la propria carriera con la maternità. Fortunatamente, in molti paesi esistono leggi che proteggono le donne in gravidanza, tuttavia, questi diritti possono variare da paese a paese, per cui è importante informarsi sulla normativa del proprio paese per sentirsi pienamente tutelate e poter iniziare il progetto di una famiglia senza dover rinunciare a nulla.

L’attuale normativa prevede una serie di strumenti a disposizione delle neomamme lavoratrici dipendenti e dei neogenitori in generale per conciliare la maternità e il lavoro. In questo contesto, è importante conoscere le tutele previste dalla legge.

Sicurezza e salute delle lavoratrici sul luogo di lavoro

In base alla normativa vigente, il datore di lavoro è tenuto ad assicurare la sicurezza e la salute della madre lavoratrice, garantendo che lei possa svolgere la sua mansione senza mettere a rischio la propria salute e quella del bambino. Queste tutele sono particolarmente importanti in caso di lavori pericolosi o di fatica, ma anche in caso di orari di lavoro notturni. Per garantire la sicurezza della madre e del bambino, il datore di lavoro deve mettere in atto diverse misure, tra cui la modifica delle mansioni o lo spostamento della lavoratrice in un altro ruolo all’interno dell’azienda. In caso di inosservanza di queste tutele da parte del datore di lavoro, è prevista una sanzione penale che prevede un arresto fino a 6 mesi.

Congedo di maternità

E’ un diritto delle lavoratrici dipendenti che si trovano in stato di gravidanza. Si tratta di un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro della durata di 5 mesi, divisi in 2 mesi precedenti la data presunta del parto e 3 mesi successivi al parto.

Inoltre, è possibile fruire di un mese di astensione prima del parto e di 4 mesi dopo il parto, previo parere medico preventivo. Infine, è possibile richiedere altri 5 mesi di congedo successivi al parto, ma solo se il medico specialista e il medico competente sulla salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante.

Indennità di maternità

Durante il periodo di congedo di maternità, la neomamma lavoratrice ha diritto a un’indennità giornaliera pari all’80% della retribuzione media giornaliera. Tale indennità è erogata dall’INPS e decorre dal primo giorno di astensione dal lavoro e fino al termine del periodo di congedo.

Congedo parentale

E’ un periodo facoltativo di astensione dal lavoro per un massimo di 10 mesi nei primi 12 anni di vita del bambino. Sia la madre che il padre possono richiedere il congedo per un periodo continuativo o frazionato di massimo 6 mesi, anche a ore. Si possono trovare ulteriori informazioni nella scheda di approfondimento riguardo alle modalità di richiesta e specifiche.

Permessi di riposo

Le mamme lavoratrici dipendenti hanno diritto a periodi di riposo per l’allattamento e in caso di gravi handicap del proprio figlio.

Congedo per malattia del figlio

I genitori hanno diritto ad astenersi dal lavoro per tutta la durata della malattia del figlio fino ai suoi 3 anni. Dopo i 3 anni e fino ai 8 anni del bambino, l’astensione può durare al massimo 5 giorni all’anno. È importante notare che il congedo per malattia del figlio non è retribuito.

Oltre a questi strumenti, i genitori hanno diritto ad altre forme di supporto economico come gli assegni di maternità del Comune e dello Stato e il concorso dello Stato per oneri contributivi. Ulteriori informazioni sono disponibili nella scheda di approfondimento.

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