La prima cosa con cui un bambino entra in contatto dopo essere stato lavato, pesato, visitato, abbracciato è il cibo. Che provenga da allattamento naturale o artificiale, è la prima occasione di relazione tra madre e figlio.
Sarà un legame lungo, anche con lo svezzamento, dove altri strumenti quali il piatto, il bicchiere e le posate, si aggiungeranno al seno o al biberon. Nonostante questo persino in età adulta il cibo preparato dalla mamma avrà un altro sapore: sarà sempre una “coccola” alla quale è difficile rinunciare.
L’alimentazione durante la gravidanza
La crescita, lo sviluppo e la salute del bambino dipendono dallo stato di nutrizione della madre prima del concepimento e dal tipo di alimentazione durante la gravidanza e l’allattamento.
Nella prima fase, la mamma nutre il figlio in maniera esclusiva: infatti possiamo dire che il feto assume gli stessi identici nutrienti della madre. Senza tener conto del fatto che una mamma in salute riduce notevolmente i rischi, per sé e il bambino.
Le sette regole guida per la mamma
- Iniziare la gravidanza, nel limite del possibile, in condizioni di peso forma;
- Controllare l’aumento progressivo del peso: deve essere graduale senza superare, al termine, i dodici Kg;
- Scegliere un’alimentazione variata, perché così è più facile soddisfare i fabbisogni giornalieri evitando di incorrere in squilibri nutrizionali;
- Introdurre, già dall’inizio della gravidanza, acido folico e, se necessario, ferro;
- Evitare il consumo degli alimenti sconsigliati: caffè, tè, bibite simili alla cola, grassi – preferire l’olio extravergine di oliva -, e insaccati di maiale. Non eccedere in sale e zucchero;
- Non fumare e non bere bevande alcoliche e superalcoliche;
- Mantenere una regolare attività fisica.
L’alimentazione durante l’allattamento
Non tutti sanno che i bambini, all’atto della nascita, non sono ancora “finiti”. Lo sviluppo termina circa nove mesi dopo il parto, quando inizia a muoversi nel mondo in autonomia.
Come ha osservato Ashley Montagu, professore di Anatomia e Antropologia ad Harward e alla New York University, il cucciolo d’uomo, quando viene al mondo, è decisamente immaturo rispetto ad altri animali.
Siamo abituati a pensare al parto come il termine della gestazione, ma non è così. Con il parto termina l’endogestazione, ovvero i tre trimestri – 280 giorni – durante i quali il bambino si sviluppa nella pancia della mamma. In seguito inizia l’esogestazione, ovvero altri tre trimestri durante i quali il bambino si adatta alla vita extrauterina, continuando il suo sviluppo e conquistando competenze fondamentali per arrivare a muoversi nel mondo. Ed è proprio nell’ultimo trimestre di esogestazione che i genitori cominciano a svezzare il loro piccolo.
Il neonato e il cibo
Quindi nei primi tre mesi dopo la nascita, mamma e bambino costituiranno una vera e propria “diade”. Il neonato, per la verità, non ha proprio coscienza di essere altro dalla mamma, quest’ultima invece vive l’esperienza di uno stato simbiotico, che le consente di far fronte alle mille esigenze del nuovo arrivato. Una di queste esigenze è il cibo.
Si è visto che già nelle primissime ore di vita il piccolo è in grado di trovare da solo il seno materno e succhiare. Il latte materno è il modo normale di alimentare i neonati, anche prematuri, e i bambini piccoli. È la migliore alimentazione possibile nei primi mesi di vita del bambino, sia perché fornisce tutte le sostanze nutritive necessarie nella prima fase della sua vita, ed anche perché contiene sostanze in grado di proteggerlo da infezioni e di favorirne il corretto sviluppo.
Per la mamma in allattamento si consiglia sempre un’alimentazione sana e equilibrata, evitando questi alimenti:
- Alcol;
- Caffè e bevande contenenti caffeina: Coca Cola, tè, soft-drink, cioccolata;
- Farmaci: sentire sempre parere medico;
- Fumo.
di Sara Ayache