Il nuovo ruolo di genitore porta con sé l’esigenza di un confronto e di supporto reciproco con chi sta vivendo un’esperienza analoga alla propria. Se nel gruppo di amici, parenti e conoscenti non sono presenti persone con figli o con bambini molto piccoli, può diventare necessario avere qualcun altro con cui incontrarsi e fare attività più sostenibili per un neogenitore. Tra queste, una risorsa importante può essere il corso di accompagnamento alla nascita.
L’importanza dei percorsi di accompagnamento alla nascita per nuove relazioni
Durante il percorso di accompagnamento alla nascita potrebbe risultare naturale stringere amicizia con gli altri futuri genitori, specialmente se chi conduce gli incontri ha l’obiettivo di facilitare la creazione di un senso di gruppo e complicità tra i partecipanti, tramite il lavoro condiviso, la riflessione, la condivisione.
Al di là dell’eventualità di ulteriori incontri dopo la nascita previsti nel percorso, il rapporto tra futuri genitori potrebbe consolidarsi ugualmente con una frequentazione libera prima e dopo l’arrivo dei rispettivi neonati.
Il sostegno tra pari
Il sostegno tra pari può avere un ruolo rilevante per contrastare l’isolamento che molte madri vivono dopo il parto e che rischia di acutizzare il disagio psicologico.
Le donne si sentono infatti più propense a partecipare ad attività fuori casa se sanno di poter ricevere supporto sociale diretto da parte di altre madri, con le quali è più semplice e efficace confrontarsi sulle emozioni e le fatiche dell’essere genitore ed essere comprese, rispetto a familiari e amici, che potrebbero tendere a minimizzare o sdrammatizzare.
Anche per i padri il gruppo di pari è un’opportunità importante, anche se meno diffusa in modalità strutturate. Uno spazio protetto in cui poter liberamente esprimere il proprio pensiero, le difficoltà, le ambivalenze, comuni alla maggior parte dei neogenitori, può veramente migliorare la percezione di sé e ridimensionare problemi e dubbi.
Quando il gruppo di pari può non essere un vantaggio
Nonostante ciò il gruppo di pari potrebbe non essere un vantaggio per tutti, soprattutto se non è mediato da un operatore, perché rischia di essere occasione di confronto negativo, di paragone e di giudizio in un momento sensibile.
Dopo la nascita sono numerose le scelte che una madre e un padre devono compiere e in un gruppo potrebbero coesistere modalità di accudimento e di relazione col proprio bambino molto diverse: chi allatta al seno e chi con il latte formulato, chi porta il neonato in fascia e chi col passeggino, chi pratica l’alto contatto e chi una modalità più distaccata, chi è più attento alle tematiche ambientali e usa pannolini lavabili, vestiti di seconda mano, materiali naturali e chi invece non può, non vuole o non conosce le alternative sostenibili. E prima ancora potrebbero creare attriti e giudizi le condizioni della nascita, come la scelta del luogo del parto, l’uso di farmaci, il tipo di parto, ecc…
Il supporto dei pari può dunque avere lati positivi, come una maggiore comprensione e condivisione, essere una valvola di sfogo e occasione di incontro e avere anche risvolti pratici, come lo scambio di informazioni o di strumenti utili,
ma anche lati negativi, come il rischio di paragonarsi agli altri, sentendosi in difetto, oppure venire giudicati per le proprie scelte.
Il ruolo dell’operatore nel gruppo di pari
Anche per questo motivo ha un enorme valore la presenza e la disponibilità di un operatore, che sia sanitario o di altro ambito, che abbia la capacità di guidare il gruppo, di essere super partes, di prevenire l’insorgenza di gelosie e atteggiamenti sconvenienti, riconoscendo e proteggendo i soggetti più fragili e i momenti di disagio, perché l’incontro tra neogenitori possa davvero essere uno strumento adeguato e vantaggioso per tutti.
Di Stefania Zucca
Fonti:
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