Sessualità in Gravidanza - seconda parte

Abbiamo introdotto il tema della sessualità in gravidanza in un precedente articolo che linkiamo. Qui di seguito, invece, entriamo nello specifico cominciando a trattare i primi studi compiuti all’estero nel 1966, riconfermati nel 2002 dalle ricerche italiane dei medici Scarselli, coadiuvati da Biagiotti e Lino (Sessualità della donna in gravidanza).

Il Primo Trimestre

Per la donna è intenso sia dal punto di vista fisico che psicologico, con rapidi cambiamenti ormonali e fisiologici. Si caratterizza per un aumento degli estrogeni e del progesterone e una diminuzione del testosterone. Possono comparire nausea, vomito, astenia e stanchezza, sbalzi d’umore e ansia, un aumento del volume del seno e un possibile indolenzimento dello stesso.

L’aumento del progesterone dà luogo ad un aumento dell’irrorazione sanguigna nei tessuti vaginali, rendendo la zona genitale più lubrificata e sensibile. Se la congestione vascolare dei tessuti genitali può facilitare la risposta orgasmica, la diminuzione del testosterone può influire in maniera negativa sul desiderio sessuale.

Quindi secondo gli studi questo trimestre è influenzato da diversi elementi, fisici e psicologici – il timore di ledere il feto -, che possono concorrere a rendere complicata l’intimità sessuale.


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Sessualità in gravidanza: Secondo Trimestre

Questa fase vede una riduzione di molti sintomi fastidiosi e il sopraggiungere di una maggiore serenità nella coppia, anche per quando riguarda l’andamento della gravidanza. Diminuisce, infatti, il rischio di aborto spontaneo e si iniziano a percepire i movimenti fetali, permettendo una maggior comunicazione intrauterina tra madre e feto. Successivamente anche tra padre e feto, quando i movimenti si iniziano a percepire all’esterno.

Vi è un aumento della produzione ormonale di origine ovarica associata a quella che viene sintetizzata dalla placenta che può influire positivamente sul desiderio sessuale. I mutamenti del corpo femminile permettono alla donna di provare un piacere spesso maggiore rispetto a quello sperimentato fino a quel momento, gli orgasmi possono diventare più intensi e frequenti.
In questo trimestre infatti l’80% delle donne menzionano un miglioramento della vita sessuale, in tutti i parametri (desiderio, frequenza, soddisfazione).

Durante i rapporti è comunque è consigliabile evitare pressioni sul ventre e modificare le posizioni del coito per non schiacciare la pancia.

Terzo Trimestre e i cambiamenti nel Partner

Si manifestano con più evidenza le modificazioni corporee: la pienezza addominale, la sensazione di affaticamento, i dolori lombari e le preoccupazioni relative al parto – la paura del dolore, della perdita di controllo del proprio corpo, i possibili problemi per il nascituro – possono fungere da deterrente per l’attività sessuale. Nelle ricerche rispetto a questo periodo, infatti, il 75% delle coppie riporta una riduzione della vita sessuale imputabile alle difficoltà di questa fase.

Anche dal punto di vista maschile sono stati rilevati dei cambiamenti psicofisici che possono a loro volta incidere sulla sessualità della coppia. In particolare sono stati riscontrati cambiamenti ormonali, soprattutto nell’ultimo trimestre della gravidanza della partner, caratterizzati da un aumento di prolattina e di cortisolo. Il tasso di testosterone invece tende a diminuire subito dopo il parto, determinando un potenziale calo del desiderio.

Nel rapporto con il corpo della propria partner l’uomo può inoltre sentirsi inibito, di fronte ai cambiamenti sopravvenuti, sia per fattori fisici per paura di poter fare male al feto, che per fattori psicologici, per paura di poter contaminare la “sacralità” della maternità. Tanti altri uomini invece trovano eccitante fare sesso con la propria compagna incinta, in quanto il pancione può essere la massima manifestazione della femminilità e questo rappresenta la diretta conseguenza della loro virilità.

Rispetto al periodo pre-gravidico, la pulsione sessuale maschile può trasformarsi in un atteggiamento più protettivo ed affettuoso nei confronti della moglie, smentendo l’esistenza di una relazione diretta fra diminuzione della gratificazione sessuale e deteriorarsi del rapporto affettivo. Alcuni studi suggeriscono che il calo sia maggiore nell’uomo che nella donna, anche se l’iniziativa sessuale rimane spesso appannaggio del partner maschile sia prima della gravidanza, che durante e dopo.

Ultimo Trimestre

Nonostante, complessivamente, la gravidanza crei una condizione favorevole a un arricchimento della sessualità della donna, grazie alle caratteristiche precedentemente indicate, si possono presentare fattori fisici e psichici che ne vanno ridurre l’attività.

A livello fisico vanno citati il senso di affaticamento, dolori alla schiena, dispareunia, infezioni genitali da candida, emorroidi, infezioni urinarie. A livello psichico possono influire sulla sessualità la paura di sentirsi meno desiderati per l’aumento del peso, timori nei rapporti sessuali – il più comune è di danneggiare il bambino -, modificazioni dei comportamenti sessuali del partner, problematiche ostetriche pregresse, precedenti aborti spontanei, tabù, miti e false credenze, uno scarso livello di informazioni ricevute sulla sessualità in gravidanza e il tipo di decorso della gestazione.

Il 46% delle coppie tende anche a sostituire il rapporto sessuale in senso coitale con altri tipi di intimità: petting, carezze e, nel 12% con la sola masturbazione dell’uomo (su sua richiesta).

Sessualità in gravidanza: quando evitare

In caso di:

  • Rottura precoce della membrana;
  • Travaglio prematuro;
  • Placenta previa: in questa ipotesi la placenta si sviluppa nella parte inferiore dell’utero, comprendo il collo in maniera parziale o totale e le sollecitazioni derivate dal rapporto sessuale potrebbero causarne il distacco);
  • Distacco della placenta;
  • Storia di aborti precedenti o una minacce di aborto;
  • Sanguinamenti vaginali;
  • Presenza, in uno dei due partner, di una malattia sessualmente trasmissibile: gonorrea, sifilide, herpes, ecc. Perché tali malattie potrebbero venir contratte dal feto.

di Giulia Sappè

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