Durante il puerperio – definibile come i primi quaranta giorni dopo il parto – madre e bambino hanno la necessità fisiologica di restare uniti, vicini ed abbracciati. Soprattutto la madre dovrebbe essere sostenuta liberandola dalla gestione della casa, ad esempio, dalla preparazione dei pasti e da qualsiasi altra cosa che la potrebbe distogliere dal bambino.
Per crescere un bambino ci vuole un villaggio
Recitata un antico proverbio africano che racchiuda un tesoro prezioso: che la madre non resti sola, anzi, che sia a sua volta abbracciata da compagni di viaggio, i quali la facciano sentire bella nel suo “nuovo” ruolo e al sicuro. In questo specifico caso, dunque, non ci riferiamo ad un “villaggio” inteso come “comunità educante” bensì all’immagine di un gruppo di fratelli che si sceglie per questo percorso.
Obiettivo di chi “sta accanto” alla mamma e al bambino è infatti quello di incoraggiare e facilitare il primo contatto tra i due, senza forzare od obbligare nulla. Nei primissimi giorni tanto delicati quanto potenti, la madre ed il bambino gettano le basi per quello che sarà il loro rapporto futuro. Clara Scropetta (custode della nascita, doula prima durante e dopo il parto, scrittrice e conferenziera) definisce questi primi giorni come:
“una danza in cui sentimenti ed emozioni fluiscono dall’uno all’altro”.
Mamma e creatura ora sono due entità e due corpi separati ma il legame viscerale è ancora primario, centrale e sostanziale. Lo stato d’animo del bambino si riverserà su quello della madre e viceversa, sin dal primo momento.
Puerperio: la fase dell’allattamento
E’ ormai riconosciuto, afferma Sarah j. Buckley – autrice di Partorire e accudire con dolcezza – che nutrire al seno sia un dono per la vita: fornisce ottimale nutrimento ed accudimento al neonato. I bimbi allattati ricevono tanti vantaggi per la salute, nel breve, medio e lungo termine.
L’allattamento aiuta la madre a sentirsi connessa con il proprio bambino ed innamorarsi sempre più di lui. E’ un atto di sostentamento totale, che coinvolge la gestualità: lo sguardo, il contatto fisico e l’abbraccio. Esso, inoltre, stimola il rilascio di ormoni preziosi: l’ossitocina, l’ormone dell’amore; le endorfine, gli ormoni del piacere e la prolattina che è l’ormone della maternità. Questi, prodotti nella parte più interna del cervello, donano ad entrambi i soggetti profonda rilassatezza ad ogni poppata.
Perseverare, se è possibile, nonostante le prime difficoltà che possono presentarsi in questa fase è importantissimo. Decisive sono le figure che offrono aiuto anche professionale riguardo gli aspetti più specifici: come posizionare la bocca della creatura e come prendersi cura dei propri seni nel caso di ragadi e ferite. Avere persone vicine alle quali affidare dubbi e domande, che giustamente e spontaneamente possono sorgere, permette alla madre di non sentirsi abbandonata.
Luna di miele con il neonato
Sarah J. Buckley suggerisce alcune intime e delicate accortezze per il puerperio: piccoli gesti che però danno la possibilità ai genitori di fermarsi e di sentirsi al posto giusto nonostante le paure. La scrittrice parte suggerendo una “luna di miele con il neonato” vale a dire un periodo in cui la priorità assoluta è data al riposo ed al recupero delle energie utilizzate nei giorni precedenti.
L’ideale sarebbe creare una rete di supporto (familiare e professionale come la doula o l’ostetrica di riferimento ) per aiutare nel concreto il quotidiano dei neo-genitori. Per la madre ad esempio è necessario trovare il tempo per accudire se stessa: fare una doccia e sentirsi in ordine, senza ritrovarsi sempre distrutte e senza forze.
Infine il contatto ininterrotto madre-bambino è uno tra gli altri aspetti fondamentali; soprattutto è consigliabile quello pelle a pelle. In questo modo si può assistere ad una riduzione dello stress del neonato e di quello della madre, viene ottimizzata la regolazione termica e favorito l’allattamento al seno.
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di Chiara Giambi