I neonati non dovrebbero bere acqua nei primi mesi di vita, non perché l’acqua sia intrinsecamente dannosa, ma perché può interferire con l’allattamento al seno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo “Manuale Promozione e Sostegno dell’allattamento al seno in un ospedale amico dei bambini” del 2009, sottolinea che l’aggiunta di acqua o altri liquidi come tè o tisane può ridurre la produzione di latte, diminuire l’apporto di nutrienti e aumentare il rischio di malattie infettive.
In particolare, per una madre che inizia l’allattamento, l’introduzione di acqua potrebbe far riempire prematuramente lo stomaco del neonato, rendendolo meno incline a nutrirsi al seno. Ciò potrebbe diminuire l’assunzione di nutrienti vitali presenti nel latte materno. Inoltre, l’allattamento frequente durante giornate calde soddisfa il fabbisogno di idratazione del neonato, rendendo superfluo l’apporto di acqua aggiuntiva.
Dopo il primo mese, il sistema digestivo del neonato si sviluppa ulteriormente, rendendo meno problematico l’ingestione di piccole quantità d’acqua. Tuttavia, la raccomandazione generale rimane quella di evitare l’acqua fino al sesto mese, quando il bambino inizia a consumare cibi solidi.
In contesti dove l’accesso all’acqua potabile è sicuro, come in molti paesi sviluppati, il rischio di malattie infettive tramite l’acqua è minimo. È importante, però, che l’acqua utilizzata sia sempre sicura e controllata, particolarmente quando si prepara il latte artificiale.
Per somministrare acqua ai neonati, è preferibile utilizzare una tazzina piuttosto che un biberon con tettarella. Questo metodo aiuta i neonati a imparare a bere senza aspirare il liquido, promuovendo una corretta coordinazione tra suzione, deglutizione e respirazione. All’età di 8-9 mesi, molti bambini sono in grado di prendere la tazzina e portarla alla bocca da soli.
Mentre l’introduzione di acqua nei primi mesi di vita è generalmente sconsigliata, è possibile iniziare a offrirla con cautela una volta che il bambino ha iniziato l’alimentazione complementare, attenendosi sempre alle raccomandazioni dei pediatri e alle condizioni specifiche del bambino.
Quando è possibile iniziare a dare acqua ai neonati?
L’introduzione dell’acqua nella dieta di un neonato è un argomento che richiede attenzione. Sebbene piccole quantità di acqua possano essere introdotte dopo le prime settimane di vita, quando l’allattamento è ben consolidato, è generalmente consigliato aspettare fino al sesto mese. Da questo momento in poi, i neonati sono pronti a iniziare a consumare cibi complementari al latte, che rimane l’alimento principale durante il primo anno di vita. Tutte le principali società scientifiche concordano che sei mesi è l’età appropriata per iniziare a offrire acqua ai lattanti.
Quanta acqua somministrare?
Non è necessario monitorare rigidamente le quantità di acqua per i bambini che hanno imparato a regolarsi autonomamente. La loro sete li guiderà a richiedere più frequentemente il seno o a chiedere acqua se la madre non è disponibile.
Come somministrare acqua ai neonati?
Esistono in commercio vari strumenti progettati per somministrare acqua ai bambini, ma i neonati hanno già, nei loro primi 30 giorni, la capacità di bere da una semplice tazzina. L’uso di una tazzina favorisce l’uso attivo della lingua, migliora la percezione dei sapori e aiuta il bambino a coordinare respirazione, suzione e deglutizione. Questo metodo aiuta anche a differenziare i vari tipi di suzione, diversamente da quanto accade con tettarelle o bicchieri a valvola, che possono limitare il tipo di suzione a quella continua, impedendo al bambino di imparare a sorseggiare. Inoltre, una tazzina è più facile da pulire rispetto a biberon o bicchieri speciali.
Per utilizzare correttamente una tazzina con un neonato, è necessario posizionarlo sulle ginocchia, in posizione verticale o leggermente inclinata, supportando schiena, testa e collo. La tazzina va appoggiata sul labbro inferiore e inclinata delicatamente per permettere al liquido di toccare le labbra, stimolando così il bambino a aprire la bocca e leccare l’acqua, senza versargliela direttamente in bocca.
Dall’età di 8-9 mesi, molti bambini possono già afferrare la tazzina e portarla autonomamente alla bocca, controllando la quantità di liquido da bere.
Quale tipo di acqua è adatto per i lattanti?
Quando si tratta di scegliere l’acqua per i lattanti, è importante considerare il contenuto di sali minerali. In alcuni Paesi, l’acqua in bottiglia può avere livelli di sodio e residuo fisso troppo elevati per i neonati, motivo per cui le linee guida raccomandano di leggere attentamente le etichette.
In Italia, tutte le acque, sia quelle in bottiglia che quelle del rubinetto, sono generalmente adatte per i neonati. Anche se alcune marche di acqua minerale indicano esplicitamente sulla bottiglia che possono essere usate per la preparazione degli alimenti dei neonati, la normativa garantisce che tutte le acque disponibili rispettino i requisiti di potabilità.
È sicuro usare l’acqua del rubinetto?
Sì, l’acqua del rubinetto in Italia è frequentemente monitorata e rigorosamente controllata dalle autorità sanitarie locali, assicurando che soddisfi tutti i parametri di sicurezza stabiliti dalla legge. Una recente indagine condotta in 35 città italiane ha analizzato l’acqua delle fontanelle pubbliche su oltre 400 parametri, inclusi la durezza, il residuo fisso, il sodio, i nitrati, i metalli pesanti, i solventi, i pesticidi e i disinfettanti. I risultati hanno confermato che, nella maggior parte dei casi, le sostanze testate erano assenti o entro i limiti legali.
Optare per l’acqua del rubinetto non solo è sicuro ma è anche una scelta sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, considerando le emissioni di anidride carbonica legate alla produzione di bottiglie di plastica e il loro trasporto. Inoltre, il costo medio annuo per l’acquisto di acqua minerale può raggiungere i 400 euro per famiglia.
Perché i pediatri raccomandano di bollire l’acqua?
Anche se l’acqua potrebbe essere sicura, i pediatri raccomandano di bollirla prima di utilizzarla per preparare la formula artificiale per eliminare qualsiasi potenziale rischio di contaminazione non dall’acqua stessa, ma dalla polvere di formula, che può ospitare batteri pericolosi. Questo passaggio è cruciale per garantire la sicurezza e la salute del lattante.
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