L’educazione al sonno è un percorso di accompagnamento dell’adulto nei confronti del bambino, per fornire al piccolo degli strumenti da utilizzare, per avere un rapporto positivo con il sonno. La nanna per il neonato è un bisogno vitale, un aspetto importante non solo per lo sviluppo psichico del bambino ma anche per quello motorio e del linguaggio.
Fasi critiche dello sviluppo
Il neonato attraversa dei momenti critici che hanno delle ripercussioni nel sonno. Sono momenti di passaggio che si attraversano e segnano in maniera particolare la sua esistenza.
A 4 mesi ad esempio c’è la fase di scoperta del mondo. Il rapporto esclusivo che aveva con chi si occupava del suo nutrimento cambia: inizia la prima fase si separazione. Ecco perché i tempi dell’addormentamento si possono allungare, quindi è fondamentale che acquisisca delle abitudini.
In questa fase tutto diventa significativo perché il neonato è in grado di interiorizzare le modalità come dei rituali, i quali diventano fondamentali perché danno sicurezza e permettono un addormentamento sereno.
Altra fase critica è lo svezzamento. In questo periodo cambia anche la sostanza nutritiva, il modo in cui riceve il cibo e a volte gli adulti di riferimento si alternano. In questa fase quindi c’è una separazione importante dalla figura di attaccamento. Fondamentale diventa il linguaggio e la verbalizzazione, per permettere al neonato di affrontare questo cambiamento in maniera sicura e tranquilla.
In questo periodo l’educazione al sonno dovrà considerare il periodo di transizione fra dipendenza e indipendenza che il piccolo sta attraversando.
Infine dopo la fase del gattonamento e del camminamento – che sottopone il corpo del piccolo ad un continuo movimento e quindi ad uno sforzo non indifferente – arriva quello del linguaggio. Quando il bambino acquisisce un vocabolario sempre più ricco, sogna dei contenuti diversi e può avere difficoltà nell’addormentarsi. È importantissimo in questa fase parlare dei sogni e degli incubi per introdurre il bambino all’idea che di notte succede qualcosa che è normale, e accade anche alle persone adulte.
Educazione al sonno e ambiente
Il pianto di fine giornata è importante per un bambino. Ricordiamo che nonostante gli stimoli che il neonato riceve nell’arco della giornata siano per noi di scarsa entità, per lui invece sono stressanti. Il sistema nervoso dei bambini è ancora immaturo perciò quando si sovraccarica ha bisogno di riequilibrarsi. Questo è un pianto che va rispettato e l’adulto ha il ruolo fondamentale di rimanere accanto al neonato e di rassicurarlo perché possa abbandonarsi al sonno.
E’ importante che il rituale della nanna non sia troppo breve o troppo lungo, perché si deve abituare al momento di separazione dall’adulto. Sarebbe d’aiuto adagiarlo nel lettino o nel lettone – in base alle abitudini – prima che si addormenti. In questo modo il piccolo al suo risveglio si ritroverà nel posto in cui si era addormentato. Se si addormenta in braccio in una stanza e viene poi spostato in camera da letto il risveglio potrebbe essere più agitato.
Per una questione di salute e sicurezza, è importante che il neonato dorma in camera con i genitori fino ai 7 mesi circa.
Per una corretta educazione al sonno è fondamentale offrire un ambiente pensato per la serenità del piccolo: attenzione alle luci che devono essere soffuse e ai rumori che possono distrarlo – abbassare il volume del televisore, ad esempio, anche se si trova in salotto. Ultima ma non meno importante è l’osservazione del piccolo, per carpire i segnali che ci manda e trovare il modo migliore per farlo sentire tranquillo.
di Chiara Carpenedo