Focalizzare l’attenzione verso il proprio figlio da parte della madre è un atto puramente naturale e, a sostegno di ciò, che contrasta significativamente ogni falsa credenza culturale per la quale cura e attenzione, coccole e attaccamento sono vizi da eliminare, è proprio la scienza.

Il contributo delle Neuroscienze

Difatti le regioni interessate corrispondono proprio a quelle che formano la rete di circuiti associati alla teoria della mente: la capacità di attribuire stati mentali quali pensieri, sentimenti, intenzioni, desideri a se stessi o ad altre persone, è il risultato di questi cambiamenti cerebrali che ci dice come siano funzionali alla preparazione della donna alle esigenze della maternità imminente e a una concentrazione dell’attenzione sul benessere del figlio. lo metterei tutto nel primo paragrafo, insieme agli altri studi citati. 

Per concludere si può considerare come le neuroscienze hanno permesso di evidenziare la grandissima importanza delle esperienze: quanto più queste sono significative tanto più esse saranno efficaci e favoriranno la creazione delle reti neurali, la moltiplicazione delle connessioni sinaptiche, la selezione e l’attivazione di alcune popolazioni neuronali, piuttosto che di altre. 

Sviluppo mentale risultato dell’esperienza

Lo sviluppo mentale è in massima parte risultato dell’esperienza, la quale implica l’apprendimento. La specie umana ha una mente che si sviluppa all’interno di una relazione e tale relazione si struttura primariamente durante un dialogo non verbale che produce la qualità di questo apprendimento e dunque delle strutture neurali-mentali, che saranno tanto più ottimali quanto più la relazione si sviluppa mediante un dialogo sintonico non verbale. 

Se il genitore saprà lasciarsi coinvolgere emotivamente in questa esperienza di allattamento, attraverso quella che da Stern (1985) è descritta come “sintonizzazione affettiva”, sarà possibile che si possa costruire un’adeguata operatività mentale nel neonato stesso. 

Lo sviluppo avviene per apprendimento relazionale nelle interazioni e la qualità delle interazioni si può individuare nei significati della comunicazione non verbale, e nei rispettivi significati che da questi sono trasmessi al bambino.
Si tratta di una modulazione della comunicazione data dal grado di sintonizzazione tra i membri della diade (madre-bambino), che consente alla mente del bimbo di apprendere e strutturarsi. 

Tale sviluppo potrà essere negativo o positivo a seconda di come viene emesso lo scambio comunicativo, implicando di conseguenza le capacità materne di sintonizzazione a seconda di quali significati si sono organizzati nella struttura primaria della madre. 

L’importanza della sintonizzazione materna

Ciò che conta è il grado di sintonizzazione cioè quella capacità della madre di inviare messaggi nei modi e nei tempi adeguati alle necessità effettive e capacità di recezione del bambino. La madre trasmette al bimbo svolgendo anche la funzione di “regolatore fisico e comportamentale” e il bimbo elabora quello che la madre gli trasmette mediante il contatto corporeo e l’allattamento. 

In una situazione esperienziale primaria di non sintonizzazione o di sintonizzazione carente, il bimbo è esposto a maggiori fattori di rischio e la comunicazione non verbale trasmessa attraverso l’allattamento e l’accudimento può sollecitare o inibire situazioni favorenti lo sviluppo psichico e psicosomatico del bimbo che avranno a loro volta un riverbero anche nella psicosomatica materna. 

L’apprendimento avviene nella relazione

L’apprendimento perciò non è semplice registrazione di un evento, tanto meno nel bimbo, ma avviene sempre nell’ambito di un coinvolgimento e di una relazione, e viene modulato attraverso l’affettività madre-bimbo: non si apprendono contenuti a se stanti, ma è la qualità della relazione che determina i contenuti stessi, nonché il modo con cui essi possono essere assimilati attraverso quei veicoli sensoriali, visivi, propriocettivi, della motricità, della sonorità e soprattutto della sensorialità tattile presente nella situazione di allattamento. 

Coccole: fondamentali nell’organizzazione funzionale del cervello

Infine si può affermare che le esperienze dolci di coccole e cure affettive non sono affatto secondarie o viziose, ma basilari in quanto sono in stretta relazione con il modo in cui il sistema nervoso processa l’informazione.
Le esperienze tattili e di accudimento giocano un ruolo decisivo nell’organizzazione funzionale del cervello e nello sviluppo sensoriale e cognitivo dell’infante. 

Ricevere le esperienze di accudimento, approfondite nel presente elaborato, che possono far parte delle Tenderly Lovely Care, ossia “tenere amorose cure”, promuovono e modulano in senso positivo la risposta cerebrale alle sollecitazioni di stimoli delicati e piacevoli per il successivo sviluppo percettivo, cognitivo e sociale. 

“Il bambino costruisce la fiducia in sé attraverso il successo nel comunicare i propri bisogni e l’adeguatezza delle risposte ricevute. Nella nostra cultura, basata sulla separazione madre/bambino, si ritiene che il neonato debba essere da subito “bravo”, cioè che non disturbi, che dorma tutta la notte, che sia autonomo e indipendente. Si ignora, spesso, l’importanza della necessaria e fisiologica relazione di dipendenza fra madre e neonato, indispensabile per conoscersi e crescere, fin dai primi momenti di vita.”

(Bortolotti Alessandra, E se poi prende il vizio? Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili dei nostri bambini, 2010, pg. 22)

di Francesca Lopez

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