Secondo i “10 passi” delineati nel 1991 dall’UNICEF e dall’OMS per i professionisti sanitari che assistono le mamme durante l’allattamento, l’allattamento a richiesta dovrebbe essere sostenuto ogni volta che il neonato chiede nutrimento.

Questa raccomandazione può suscitare preoccupazione in alcune future madri, che si chiedono se ciò significhi dover essere costantemente disponibili, perdendo così la propria libertà. Tuttavia, è importante sottolineare che l’allattamento a richiesta è consigliato non solo per chi allatta al seno, ma anche per chi nutre il bambino con formula artificiale. Quest’ultimo viene talvolta chiamato impropriamente “allattamento artificiale a richiesta“. Nel caso della formula, è necessario monitorare più attentamente la crescita del lattante e imporre un limite massimo giornaliero di alimentazione per prevenire il rischio di sovralimentazione.

Cos’è e come funziona l’allattamento a richiesta

L’allattamento a richiesta è fondamentale perché rispetta i ritmi naturali del neonato. Non si tratta di alimentare il bambino a orari fissi, ma di riconoscere i segnali di fame e soddisfare le sue esigenze appena si manifestano. Durante i corsi preparto, pongo spesso questa domanda: “Noi adulti mangiamo sempre a orari fissi e con lo stesso appetito, o ci avviciniamo al frigorifero quando sentiamo il bisogno, non sempre per lo stesso motivo?”. A volte, infatti, possiamo desiderare solo un sorso d’acqua, altre volte abbiamo una fame così intensa da mangiare il primo cibo che troviamo.

Nei neonati, il meccanismo di fame e sazietà è già ben sviluppato alla nascita. Essi sono in grado di regolare l’assunzione di latte in base alle proprie necessità. I segnali di fame sono chiari: cercano il seno, aprono la bocca, alzano le palpebre, emettono suoni, sporgono la lingua, girano la testa.

Quanto spesso avviene l’allattamento a richiesta? I genitori dovrebbero aspettarsi che le richieste del bambino siano molto frequenti, specialmente all’inizio. Generalmente, il neonato potrebbe richiedere il seno dalle 8 alle 12 volte in 24 ore. Quando è sazio, dopo aver assunto anche la parte più grassa del latte, che arriva alla fine della poppata, si stacca dal seno soddisfatto.

Benefici e svantaggi

L’allattamento a richiesta offre numerosi vantaggi per il benessere del bambino. Innanzitutto, stimola una produzione di latte adeguata alle necessità del neonato attraverso un semplice meccanismo di domanda e offerta: più il bambino si alimenta, più latte viene prodotto, e viceversa. Questo processo è delicato e può essere influenzato da vari fattori, come la separazione fisica dal neonato, l’allattamento a orari prestabiliti, l’uso di ciucci, l’integrazione con formula artificiale o soluzioni glucosate. Se il bambino non viene allattato a richiesta, il seno non viene svuotato regolarmente e una proteina nel latte materno, il Fattore di Inibizione della Lattazione (FIL), si accumula, rallentando la produzione di latte.

L’allattamento a richiesta non solo garantisce una produzione di latte adeguata, ma permette anche al bambino di mantenere un corretto equilibrio tra fame e sazietà, contribuendo a prevenire l’obesità e promuovendo sane abitudini alimentari che lo accompagneranno per tutta la vita.

Di contro va sottolineato che, specialmente nei primi mesi di vita del neonato, l’allattamento a richiesta può essere particolarmente faticoso per le mamme. Le frequenti richieste di nutrimento possono rendere l’accudimento continuo, 24 ore su 24, una sfida impegnativa.

È importante anche ricordare, che l’alimentazione a richiesta è consigliata non solo per l’allattamento al seno ma anche per i neonati alimentati con formula. Questo approccio supporta le capacità naturali e le predisposizioni del bambino, permettendo di assecondare i suoi ritmi e le sue esigenze specifiche.

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