Durante l’esperienza della gravidanza, la donna prende contatto con la nuova vita che accoglie dentro di sé, sia attraverso i vari segnali provenienti dal suo corpo, sia mediante numerose fantasie personali sul nascituro.

L’intimo percorso a due non termina di certo con il parto, ma si rinnova con il primo contatto fisico madre-figlio e trova la sua massima concretezza espressiva nell’allattamento al seno materno.

Il cibo rappresenta il primo rapporto che il bambino ha con il mondo

L’alimentazione, infatti, oltre a provvedere al soddisfacimento fisiologico della fame, è carica di valenze psicologiche. Dato che il cibo rappresenta il primo rapporto che il bambino ha con il mondo, è stata studiata con particolare attenzione la modalità con cui il neonato viene alimentato.

Secondo Winnicott, l’allattamento al seno rappresenta la prima forma di comunicazione in grado di condizionare le successive esperienze comunicative e relazionali. Non si tratta semplicemente di offrire del latte ma di creare un legame. Durante l’allattamento una mamma riceve dal proprio bambino stimoli sensoriali ed emotivi che, gratificandola, appagano in lei il senso di maternità e di protezione e rafforzano la propria realizzazione di donna. Il bambino, dall’altra parte, trova in quel lungo abbraccio materno non solo il benessere fisico derivante dal nutrimento, ma, soprattutto, l’atmosfera ideale di calore e sicurezza in cui poter crescere serenamente. Durante l’allattamento, infatti, essi sono fusi in un’unione simbiotica all’interno di uno stato di scambio di contenuti psichici. Il bambino, letteralmente, si attacca al seno materno tramite il riflesso neonatale della suzione e, grazie a questo contatto profondo e a un susseguirsi di innumerevoli scambi di sguardi con la madre, scopre se stesso e l’Altro, che ne garantisce la sopravvivenza.

Il legame di attaccamento secondo Bowlby

Il legame di attaccamento non è quindi legato al semplice piacere della suzione e al soddisfacimento della fame, ma a un contatto fisico “caldo” che rappresenterebbe un forte bisogno all’inizio della vita, anzi il fattore centrale del legame di attaccamento. Quest’ultimo, secondo Bowlby, può essere di due tipi principali: sicuro o insicuro.

L’allattamento al seno facilita l’attaccamento di tipo sicuro

L’attaccamento di tipo sicuro rappresenta la situazione ottimale nella quale la madre, comprendendo i bisogni del figlio, riesce a sintonizzarsi con lui permettendogli di superare le sue angosce, sperimentando l’integrazione del proprio corpo e la fiducia verso di lei. Nel caso di un attaccamento insicuro, invece, i bisogni del piccolo non trovano adeguato rispecchiamento, lasciandolo in un “terrore senza nome” al quale può tentare di reagire o imparando a contare solo su se stesso fingendosi indipendente e distaccato (attaccamento insicuro-evitante) o rimanendo intrappolato nell’emotività materna che finisce per sovrastare completamente la sua crescita autonoma individuale (attaccamento insicuro- invischiato).

L’allattamento al seno facilita indubbiamente un attaccamento di tipo sicuro. Il neonato comincia a dare senso alla vita instaurando una relazione con la madre durante l’esperienza della nutrizione, attraverso il contatto con la pelle, il calore, l’odore, il suono della voce. Tanto più questo contatto si verifica in modo armonioso, lontano da situazioni caotiche e stressanti, tanto più il piccolo riceverà sensazioni di un mondo esterno che vale la pena di essere esplorato e vissuto. In una buona relazione di allattamento la mamma impara a cogliere, anche inconsapevolmente, i segnali del proprio bimbo -il tono muscolare, il tipo di respirazione, il livello di vigilanza, il calore del corpo, l’afflusso di sangue e il bimbo può fare esperienza della realtà e del mondo che, nei primi giorni di vita, sono la madre stessa.

Secondo l’OMS l’allattamento materno presenta notevoli vantaggi per il bambino

  • soddisfa perfettamente i bisogni alimentari ed emotivi del neonato che attraverso il seno trova il nutrimento perfetto e l’amore e la sicurezza di cui ha bisogno per svilupparsi come persona; 
  • il latte materno, unico, inimitabile, specifico per le esigenze del proprio bambino, sempre pronto alla giusta temperatura e igienicamente adeguato, è la prima immunizzazione del neonato, in quanto è ricco di anticorpi che combattono i germi minaccianti la salute del piccolo; 
  • i bambini allattati al seno sono meno soggetti a malattie respiratorie, gastroenteriti e otiti, e, in generale, subiscono meno ricoveri ospedalieri rispetto ai bambini alimentati con latte artificiale;
  • l’allattamento al seno è associato ad una minore incidenza di allergie e obesità e ad un più corretto sviluppo della struttura mandibolare;
  • l’allattamento materno favorisce un migliore sviluppo psicomotorio. 

Diversi sono i benefici anche per la madre

  • riduzione del rischio di cancro alla mammella prima della menopausa;
  • ripresa più rapida dal parto, con involuzione uterina più rapida e riduzione del rischio di emorragie;
  • gratificazione e senso di benessere;
  • favorisce la perdita di peso e il recupero della forma. 

Le ricerche dimostrano che i benefici dell’allattamento si estendono ben oltre il primo anno di vita.

Anche durante il secondo anno di vita, infatti, il latte materno non perde le sue preziose caratteristiche nutrizionali, rimanendo una validissima fonte di proteine, grassi, calcio e vitamine, favorendo un adeguato sviluppo metabolico e prevenendo obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Inoltre, la concentrazione di sostanze immunitarie presenti nel latte, aumenta man mano che il bambino cresce e diminuiscono le poppate. Per quanto riguarda gli aspetti psicologici è stato dimostrato che con l’aumento della durata dell’allattamento diminuiscono nei bambini i disturbi del comportamento e migliora il loro inserimento sociale tra i sei e gli otto anni.

E ancora, le madri che allattano per periodi più lunghi guardano più positivamente i loro figli rispetto a quelle che non lo fanno e ciò è particolarmente utile per superare le crisi emotive dei bambini. Proprio per questo la psichiatra L.R. Waletzky consiglia lo svezzamento naturale considerando traumatico quello forzato e sostenendo che la maggior parte delle indicazioni pediatriche circa lo svezzamento imposto si basa su pregiudizi personali e non su evidenze cliniche. È normale che inizialmente la madre non sia in grado di sintonizzarsi con il suo bambino imponendogli un ritmo di alimentazione che non è proprio del neonato, ma già dal quarto mese si produce una specie di adattamento reciproco, una felice armonizzazione.

Affinché ciò sia possibile è importante che la madre si dedichi ad osservare il proprio bambino in modo non passivo, creando un clima emotivo di interesse e favorevole alla relazione. In tal modo l’allattamento al seno ha tutte le possibilità per diventare fonte di ricchezza e di stimolo per entrambi i partner appagando desideri, calmando timori e favorendo nel neonato lo sviluppo di una personalità armonica e sicura.

di Valentina Fabrello

Fonti

Paola Negri, Allattamento – Guida pratica per iniziare bene e continuare meglio 2012, Urra – Apogeo S.r.L. 

L’arte dell’allattamento materno – Un manuale che accompagna le mamme e i bambini dalla prima all’ultima poppata, ristampa del 2003, La Leche League 

Carlos Gonzales, Un dono per tutta la vita – Guida all’allattamento materno, 2^ edizione 2018, Il Leone Verde 

Richiedi informazioni sui nostri corsi e servizi: