Prima della nascita il feto vive in un microcosmo tutto suo, un habitat molto confortevole dove ha tutto ciò di cui ha bisogno: calore, protezione, confini. Nell’utero il bambino dipende dalla placenta, per quanto riguarda i suoi fabbisogni di sostanze nutritive e ossigeno. Mentre alla nascita si trova di colpo proiettato in un ambiente completamente nuovo per lui e per sopravvivere mette in atto straordinari cambiamenti fisiologici.

Deve imparare a respirare e a mantenere la temperatura costante e poi ad alimentarsi. Il passaggio alla vita extrauterina determina quindi cambiamenti anatomici e funzionali per quanto riguarda i sistemi cardiocircolatorio e polmonare. Quando necessario, al neonato sono subito aspirati delicatamente il cavo orale e le narici, per permettere all’aria di passare attraverso le vie aeree e iniziare il processo di respirazione.

Quando viene appoggiato sul corpo della mamma, il bambino regola la sua temperatura e si rilassa, avviene la colonizzazione dei batteri e sperimenta anche la ricerca del capezzolo. Ovviamente in sala parto è visitato, gli viene accertato lo stato di salute generale, valutato l’indice di Apgar e poi è lavato per rimuovere residui di sangue, eventuale meconio e vernice caseosa. Quest’ultimo è lo strato biancastro di grasso che ricopre il corpo del feto fino alla nascita, per proteggere la pelle dal liquido amniotico e mantenerla idratata e lontana dalle infezioni.

Cure neonatali: il punteggio di Apgar

Noterete alla nascita che al piccolo verrà attribuito un punteggio basato sulla somma di cinque parametri:

  • il battito cardiaco;
  • la frequenza respiratoria;
  • il tono muscolare;
  • i riflessi neonatali;
  • il colorito della pelle.

I parametri sopra elencati sono valutati al 1° e al 5° minuto dopo la nascita e ogni cinque minuti se necessario. Ad ogni voce è poi attribuito un punteggio da 0 a 2 e quindi la somma totale varia da 0 a 10. I neonati che hanno un punteggio complessivo da 7 a 10 sono considerati sani e vitali.

I riflessi neonatali

Tra le competenze alla nascita del neonato, vi è certamente l’insieme dei riflessi arcaici, utili alla sua sopravvivenza e all’adattamento all’ambiente circostante. Il neonato è in grado di ricevere uno stimolo, elaborarlo e produrre una risposta riflessa, non intenzionale.

I riflessi neonatali scompaiono gradualmente dopo qualche mese dalla nascita, grazie alla maturazione del sistema nervoso. Vediamo insieme i più comuni:

  • Riflesso di Moro: è uno dei riflessi più evidenti nel neonato che viene anche testato nel suddetto punteggio di Apgar. E’ una risposta neurologica che il bambino produce quando si sente cadere oppure quando viene svegliato di soprassalto o spaventato da un rumore improvviso. Noterete una distensione delle braccia e poi un “abbrancamento”.
    Può essere utile fasciare il neonato prima di dormire per contenerlo fisicamente ed inibire l’attivazione del riflesso durante il sonno. Oppure, quando si è addormentato, provate a metterlo lentamente nella culla dapprima in posizione semi-laterale e poi a pancia in su per una nanna sicura;
  • Riflesso di Suzione: già sviluppato nella vita prenatale, è un istinto che il bambino manifesta quando gli si avvicina un dito alle labbra o all’angolo della bocca. Girerà la testina verso il punto stimolato per iniziare a succhiare. E’ un bisogno innato che si esprime anche attraverso il seno della mamma, che non è solo alimentazione ma anche coccole e gratificazione;
  • Riflesso della Marcia Automatica:  il neonato, se sorretto sotto le braccia in piedi su superficie dura, simulerà una “marcia” flettendo le gambe come se volesse camminare. E’ uno dei riflessi che scompare per primo, entro il 2° mese di vita;
  • Riflesso di Prensione Palmare: il neonato riesce ad afferrare un oggetto che sfiori le sue manine: un dito, un lenzuolino, una ciocca di capelli. E’ però un riflesso che scompare in breve tempo, facendo comunque rimanere in lui l’istinto ad aggrapparsi ad un appiglio;
  • Riflesso di Rotazione: il bambino, soprattutto alla vicinanza del seno materno, grazie allo sfioramento sulla guancia e all’odore che emana, ruoterà la testa in cerca del capezzolo ad esempio.

di Sara Russo

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