Diventare genitori può rivelarsi un’esperienza di guarigione, un cammino di profondissima riappacificazione con se stessi, il proprio passato e il nostro “bambino interiore”.
La Prima Ferita
La genitorialità è un cammino estremamente delicato e complesso in cui è importante mettersi in discussione e cercare di abbandonare le proprie rigidità. I tesori ed i doni celati dietro ai momenti di sconforto e di confusione sono infiniti, compito di ciascuno potrebbe essere quello di coglierli e di sfruttarli per crescere e raggiungere livelli di maturazione spirituale e mentale più elevati.
Lo studioso Willi Maurer accompagna singoli e gruppi nella scoperta del potenziale interiore personale con il Lavoro Emotivo e Corporeo: metodo da lui sviluppato che permette di riprendere contatto con gli aspetti rimossi della propria esistenza, di elaborarli e di integrarli. Particolare rilevanza ha “la prima ferita”, ovvero i primi inevitabili traumi vissuti nel cosiddetto periodo perinatale (dal concepimento al concepimento del primo anno di vita).
In questa fase ci si sofferma molto sull’importanza del pianto del bambino e di ciò che esso provoca ai genitori ed alle figure che stanno loro accanto. Nello specifico può accadere che provochi un impulso irrefrenabile a “dover agire per forza”. Quando ciò accade sembra che essi non riescano assolutamente a sopportare il pianto del bambino e, ancor meno, i sentimenti che ne conseguono.
Nel momento in cui ci si rende conto che ciò che si prova è al di là della nostra portata, è importante appellarsi a figure anche professionali che possano seguirci in questo bellissimo e allo stesso tempo complesso cammino. Mettersi in ascolto profondo di sé e di ciò che dal cuore può emergere, aiuta ad essere genitori umili e fiduciosi, in ciò che la vita sta loro insegnando tramite la presenza del proprio figlio.
Diventare genitori significa crescere insieme
Qualsiasi sia il percorso di accompagnamento e di condivisione scelto è importante, come afferma l’autrice Sarah J. Bucley, usare amore e gentilezza verso sé stessi senza forzarsi bensì rispettando i propri tempi.
Ci sono esempi di persone che hanno trasformato i loro dolori e le difficoltà, scaturite dalla genitorialità, a sostegno del loro cammino personale e hanno compiuto passi importantissimi. Dunque, diventare genitori è un percorso che può risultare più dolce se ci si fa guidare dai propri figli, sin dal primo istante in cui vengono al mondo. Ciò sarà possibile a patto che non si abbia la rigidità mentale di imporre le proprie idee e soluzioni preconfezionate.
Ogni bambino ed ogni genitore sono unici e non esistono verità assolute ma solo piste che si possono seguire senza imprigionare. Essere figure di accudimento perfette, madri e padri che non fanno mai mancare nulla è un illusione. Sempre Sarah J. Buckley afferma, infatti, che essere genitori è un’arte imperfetta e che la ricerca di completezza rischia di produrre solo stress inutile. Ammettere che non si può gestire tutto ci insegna anche a chiedere scusa ai propri figli e a porsi accanto a loro con spontaneità.
Le nostre imperfezioni danno la preziosa possibilità ai figli di esprimere il loro potenziale intrinseco e la loro energia creativa. Grazie alle nostre difficoltà hanno l’occasione di sperimentare il limite e di imparare ad accoglierlo, senza sentimento di abbandono.
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di Chiara Giambi