Il romanzo della famiglia: un progetto di coppia

Silvia Vegetti Finzi nel suo libro Il romanzo della famiglia (1992) attraversa le tappe della vita famigliare: formazione della coppia, nascita ed educazione di un figlio, fino ad arrivare alla vecchiaia e alle nuove generazioni.
Quando affronta il tema della scelta del partner, individua molti elementi che concorrono nella selezione del compagno, ma c’è un fattore inconscio comune ad entrambi i sessi, la richiesta della soddisfazione affettiva.

La qualità della relazione affettiva

Vissuta durante l’infanzia, influenza la scelta del partner, nel quale si spera di trovare la gratificazione di quei desideri originari.

E’ come se ogni amante richiedesse all’altro di essere amato sempre, dovunque e comunque, in tutto il suo essere, senza mai venire confrontato, criticato, senza alcuno sforzo da parte sua, così come fu o avrebbe voluto che fosse amato nei suoi primi anni di vita.

– (Vegetti Finzi, 1992, p.47)

Se la coppia sarà in grado di svincolarsi dalla propria storia, senza vivere solo per e in funzione di quell’appagamento, potrà trasformarsi a favore di una crescita personale e fare tesoro di questo concetto di amore per un futuro bambino e la formazione di una famiglia.

Elementi per la costruzione di una coppia

L’amore adulto ha una funzione “terapeutica”, poiché la coppia, raccontandosi in uno scambio intimo, ha la possibilità di ascoltarsi e vedersi attraverso l’altro, il quale sarà in grado di accettare ed accogliere con amore, curando le ferite del passato (Righetti e Sette, Non c’è due senza tre, 2000).

Righetti e Sette individuano alcuni elementi indispensabili per la costruzione di una coppia: la comprensione, la cura, la passione, il cambiamento, il dono reciproco, l’apertura al mondo e un dialogo fatto di parole e fisicità, caratterizzato dalla tenerezza e dal rispetto. Infondo in tutti questi elementi è già racchiuso il necessario per accogliere un bambino e relazionarsi con lui.
Progettarsi come coppia ha già in sé il seme per diventare famiglia.

Quando diventare genitori?

Vegetti Finzi (1992) definisce la procreazione un’esperienza complessa, fatta di corpo e di mente, di pensieri e di affetti, di identità e di relazione, di desiderio conscio ed inconscio. Nella maggior parte dei matrimoni è successiva ad un periodo di sessualità non procreativa e arriva quando la coppia avverte “insufficiente” la sua condizione, come se mancasse qualcuno, uno spazio fatto di silenzio.

Spesso la coppia pianifica razionalmente quando mettere al mondo un figlio in base alle possibilità economiche, ad una casa adeguata, ad eventuali aiuti, al conseguimento di una carriera e al raggiungimento dell’equilibrio personale e di coppia.

Imbasciati e Cena (Psicologia clinica perinatale, 2007) parlano di generatività e genitorialità.
La generatività è intesa come il processo che comporta l’atto del generare ed è un desiderio presente in entrambi i sessi, mentre la genitorialità è il processo relativo al “prendersi cura di” e dell’accudire che, secondo Stern, è legato all’esperienze personali di cura dei propri genitori, che porterebbero a loro volta alla formazione del “ruolo” di padre/madre.

Per il passaggio dalla coniugalità alla genitorialità è necessario un rapporto duraturo e stabile basato su un reciproco supporto amorevole, ma nello stesso tempo deve avvenire un processo di distanziamento e disinvestimento dalla famiglia di origine. Diventare genitori porta i singoli elementi a confrontarsi con le figure parentali e i propri vissuti infantili rispetto alla paternità e alla maternità, ma anche all’assunzione di responsabilità.

Fondamentale è lo stile di accudimento avuto con la propria famiglia che, interiorizzato come modello operativo, influenzerà la creazione o no di una nuova identità come genitore, attraverso il passaggio da bambino a caregiver (Imbasciati, Dabrassi Cena, 2007).

Come diventare famiglia?

Greenberg e Morris hanno parlato del concetto di engrossement, come occuparsi interamente di ed essere preoccupati per, come potenziale innato che si attiva con l’esperienza di diventare genitori (Costa, dalle slide del Master Educatore Perinatale, 2021).
La manifestazione di questo istinto però è influenzata da aspetti culturali e ambientali, infatti, mentre per la donna è più evidente, l’uomo sembrerebbe non abbia sviluppato questa caratteristica, perché a causa di un modello culturale, è più impegnato nel mondo del lavoro e a garantire una sicurezza economica.
Negli ultimi tempi però si sta delineando un nuovo modello di padre, partecipe alla vita familiare, più consapevole e capace di riscoprire quel senso di cura innato che appartiene ad entrambi i genitori (Righetti e Sette, 2000).

Per parlare di progettualità di un figlio è quindi necessario che la coppia trovi fisicamente e psicologicamente uno spazio per diventare famiglia.
Dal punto di vista fisico è importante preparare la gravidanza come fare controlli di routine e per la donna assumere per tempo l’acido folico, condurre uno stile di vita sano, prendersi cura della propria alimentazione ed eliminare tutto ciò che può essere dannoso, per un sano sviluppo del bambino come ad es. uso di farmaci, alcol, droghe e fumo.
Dal punto di vista mentale è necessario predisporsi all’accoglienza del bambino ed essere pronti a fare un lavoro di rielaborazione personale, affinché si possa vivere la gravidanza nel miglior modo possibile e a favore della creazione della famiglia.

di Elisabetta Mancuso

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