In un modello biopsicosociale non si può pensare all’infertilità in un ottica esclusivamente “organica”; ha piuttosto senso pensare che il rapporto della persona con se stessa e con il mondo possa influenzare la fertilità anche quando sono riscontrabili fattori fisici concreti.

Diversi, infatti, sono i fattori psicosociali che possono essere associati ad infertilità.

  • Stress: nelle donne può interferire con la normale funzione dell‘asse ipotalamo-ipofisi determinando così una alterazione della secrezione della gonadotropina e inibendo l‘ovulazione (Barzilai-Pesach et al., 2006; Veltman-Verhulst et al., 2012); negli uomini può ridurre la qualità del liquido seminale in termini di quantità e motilità (Li et al., 2011).
  • Alessitimia: una dimensione alessitimica testimonia una disconnessione tra sistema non simbolico e sistemi simbolici. Una serie di problematiche possono quindi trovare espressione nel sistema non simbolico, quindi nel corpo, non avendo uno spazio sufficiente di elaborazione simbolica.

Una serie di lavori ha effettivamente riscontrato alti livelli di alessitimia in soggetti infertili: le ricerche di Morelli et al. (2000) e De Gennaro et al. (2003)  hanno riscontrato  una correlazione negativa tra alessitimia e quantità, motilità e forma degli spermatozoi.

Appare quindi clinicamente importante ridurre la dimensione alessitimica in coppie infertili, e in particolare in previsione di procedure di PMA.

Pertanto un intervento multidisciplinare che ponga la giusta attenzione agli aspetti emotivo-relazionali e psicologici che la coppia  affronta in un percorso così delicato quale quello di PMA e non limitare l’intervento esclusivamente a pratiche mediche può avere importanti conseguenze anche sulla dimensione somatica. 

Aspetti biologici dell’infertilità

Secondo le disposizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità si definisce “infertilità” l’assenza di concepimento dopo 1-2 anni di rapporti mirati non protetti.

Si possono schematicamente individuare i fattori coinvolti nell’infertilità come biologici, psicologici e sociali. 

Per fattori biologici dell’infertilità si intendono gli aspetti somatici, organici, anatomici e/o funzionali della sfera riproduttiva, e quindi con elementi visibili e misurabili, per esempio le alterazioni genetiche, le disfunzioni del ciclo, la stenosi tubarica. L’area biologica riguarda quindi il corpo fisico e gli squilibri ormonali quantificabili: sono gli aspetti in cui, a volte, è possibile rintracciare un’origine e una conseguenza. 

In dettaglio le cause dell’infertilità maschile e femminile sono:

  • 37,1% infertilità femminile;
  • 29,3% infertilità maschile; 
  • 17,6% infertilità maschile e femminile; 
  • 15% infertilità idiopatica; 
  • 0,9% altre cause. 

L’infertilità di coppia

Si rileva come spesso l’infertilità sia definita “di coppia”: può essere di tipo immunologica, cervicale o idiopatica, secondaria e necessita di un’accurata valutazione clinica. Affrontare gli aspetti biologici della PMA porta a valutare quali siano i cambiamenti tecnologico-scientifici, sociali e culturali che genera questo iter, in sintesi che cosa implica il processo degli ultimi anni della medicalizzazione della riproduzione, dei corpi e delle relazioni. 

Lo sviluppo tecnologico e scientifico modifica il rapporto dell’uomo e della donna, il rapporto tra le generazioni

Lo sviluppo tecnologico e scientifico modifica il rapporto dell’uomo e della donna, il rapporto tra le generazioni: gli aspetti strettamente biologici sono inseriti nel contesto più ampio della modulazione dei rapporti e dell’appartenenza culturale. A questo proposito, la ricerca di una gravidanza, negli ultimi anni, avviene quando l’età femminile e maschile sono più avanzate e proprio la variabile dell’età contiene la variazione biologica delle cellule della riproduzione, un cambiamento fisiologico e non patologico che va affrontato in termini diagnostici e terapeutici nella ricerca della gravidanza. Se si pensa che il picco della fertilità per le donne è tra i 20 e i 26 anni, cominciando poi una fase discendente, e per gli uomini tra i 22 e i 34 anni, si può constatare come il cambiamento degli ovuli e degli spermatozoi, pur essendo un aspetto prettamente biologico, non può essere isolato dai cambiamenti sociali e culturali del mondo occidentale. 

Le principali cause di infertilità femminile

Le principali cause di infertilità femminili sono le seguenti:

  • 33% fattore tubarico; 
  • 17% ridotta riserva ovarica; 
  • 17% endometriosi;  
  • 15% infertilità endocrina-ovulatoria; 
  • 15% fattore multiplo femminile; 
  • 2% poliabortività; 
  • 1% fattore genetico. 

Tali fattori devono essere interconnessi agli elementi sociali e psicologici precedentemente accennati, proprio per comprenderne al meglio la loro stretta correlazione. Per fare un esempio concreto dell’aspetto biologico più evidente collegato a fattori psicologici, sociali e culturali, si può analizzare il ciclo ovarico: le ricerche dimostrano quanto i cambiamenti del ciclo ovarico siano variabili, reversibili, trattabili farmacologicamente e allo stesso tempo, possano essere vissuti dalla persona come una vera e propria patologia. 

Le cause biologiche dell’infertilità maschile

Per quanto riguarda le cause biologiche dell’infertilità maschile sono le seguenti: 

  • 30% varicocele;
  • 30% infertilità idiopatica; 
  • 25% infiammazione genitale; 
  • 8% alterazioni ormonali; 
  • 8% patologia testicolare; 
  • 5% iatrogena; 
  • 5% problemi sessuali; 
  • 4% malattie sistemiche. 

La diagnosi delle cause biologiche dell’infertilità è più frequente di quanto le conoscenze superficiali ci portino a credere. L’infertilità maschile è un ambito di ricerca meno esplorato nonostante sia inserito in un determinato contesto familiare, sociale e culturale: basti pensare alle differenti appartenenze religiose che richiedono uno specifico ruolo maschile e influiscono sul vissuto e sulle scelte terapeutiche. 

In conclusione, a fronte di tutte le cause biologiche alla base dell’infertilità, è importante sottolineare come gli aspetti organici siano in una continua interazione dinamica con la vita affettiva ed emotiva della coppia, con la vita relazionale, sociale e culturale della donna, dell’uomo e quindi della coppia. In questo contesto è pertanto necessario che gli interventi nell’infertilità tengano conto non solo degli aspetti bio-tecnologici, ma considerino la complessità del tema e dunque prevedano l’intervento di diverse figure professionali che si prendano cura degli aspetti più strettamente connessi alla sfera emozionale, intima e privata della coppia.

La PMA mette in primo piano gli aspetti biologici dell’infertilità e della sterilità, ma è necessario sottolineare come questo percorso sia soprattutto un’esperienza che coinvolge, a volte stravolge, la vita e il corpo delle persone. Le priorità medico-tecnologiche per quanto apportatrici di nuove terapie, allontanano dall’esperienza somatica e dall’incontro con l’altro. L’importanza di avere un “figlio biologico” diventa l’obiettivo principale, la realizzazione unica di tutto il percorso sia per la coppia che per il medico.

Il rischio è quindi che gli aspetti biologici vengano isolati dagli aspetti affettivi e del corpo: un isolamento e un allontanamento che è la conseguenza di un vertice di osservazione che diventa così prettamente medica. Le  conoscenze mediche devono essere invece accompagnate dalla conoscenza emotiva, relazionale e psicologica delle coppie, in modo da avere una visione integrata mente-corpo che consente un approccio di vero accompagnamento e di sostegno alle donne e agli uomini che affrontano questo percorso. Il ruolo sempre più attivo delle biotecnologie è un fattore complesso in questa esperienza; si è portati a pensare a volte che il corpo sia soltanto “una macchina” che debba portare alla realizzazione di un bisogno, invece di valutare i nuovi significati che in questa esperienza assumono la maternità, la paternità, la genitorialità e quindi tutti gli aspetti psicologici, emotivi, affettivi e relazionali che entrano in gioco in questo delicato percorso.

di Giovanna Bruno

Fonti:

In-fertilità. Un approccio multidisciplinare: Atti del I Convegno nazionale Roma, 5-6 maggio 2017 a cura di Michela Di Trani e Anna La Mesa.

Psicologia clinica perinatale. Dalla teoria alla pratica. Rosa Maria Quatraro e Pietro Grussu.

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