Il bisogno primario per eccellenza per tutti gli esseri viventi è il bisogno di nutrizione: per soddisfare ciò l’evoluzione dei mammiferi ha dotato le madri del meccanismo fisiologico che permette loro di produrre il latte, il quale si adatta perfettamente alle esigenze nutritive del piccolo.
Allo stesso tempo, anche il neonato è dotato del meccanismo reciproco che gli consente di nutrirsi del latte materno, alimento specifico che soddisfa completamente i suoi bisogni nutrizionali nei primi mesi di vita.
I vantaggi per il neonato e per la mamma
L’allattamento infatti offre molti vantaggi a entrambe le parti coinvolte, alcuni di questi: per il neonato il latte materno è unico e inimitabile, soddisfa perfettamente e in modo specifico i bisogni alimentari, alla giusta temperatura ed è igienicamente adeguato, per di più è la sua prima immunizzazione in quanto è ricco di anticorpi. Permette inoltre alle sue ghiandole di produrre gli enzimi digestivi necessari per i pasti successivi, e ancora è una protezione verso malattie respiratorie, gastroenteriti e allergie, associato a un corretto sviluppo della struttura mandibolare e delle arcate dentarie e favorisce un migliore sviluppo psicomotorio e neurocognitivo; per la madre, innanzitutto permette alle ghiandole mammarie di essere informate per la produzione del latte, consente una ripresa più appagata dal parto, con involuzione uterina più rapida e riduzione del rischio di emorragie, aumentando l’empowerment e la fiducia in sé stesse oltre ad essere l’antagonista della depressione post-partum.
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La lattazione è un processo che si sviluppa in gravidanza
Meccanismi innati e vantaggi al livello fisico e mentale sono dovuti dal fatto che la lattazione non ha un improvviso inizio dopo la nascita ma è un processo che si sviluppa in gravidanza, con la sintesi del latte sotto controllo endocrino, durante il quale le ghiandole iniziano a produrre il colostro, liquido denso che precede la montata lattea, ma allo stesso tempo non si attua la piena produzione di latte per gli alti livelli di progesterone, affinché rimanga una preparazione a ciò che avverrà dopo il secondamento, distacco e fuoriuscita della placenta.
Con il parto la lattazione perciò non inizia di punto in bianco ma procede, i livelli di progesterone diminuiscono rapidamente, mentre i livelli di prolattina rimangono alti per permettere l’avvio vero e proprio della produzione del latte.
Nei primi giorni il colostro* , prodotto durante la gravidanza, risulta essere un ottimo nutriente per il neonato e successivamente tra il secondo e l’ottavo giorno arriva la montata lattea, cambiando quindi quantità colore e consistenza, passando da un controllo endocrino a uno autocrino: se i primi giorni il rilascio del latte avviene al livello ormonale, dopo di questi la produzione segue il principio di domanda-offerta, stabilizzandosi durante la quarta/sesta settimana dal parto di norma con la calibrazione secondo le esigenze del bambino.
(*Il colostro E’ ricco di linfociti, immunoglobuline di tipo A, IgG e IgM proteine dotate di capacità anti-infettiva e agiscono soprattutto a livello dell’intestino, lattoferrina, lisozima, lattoperossidasi, citochine ossia peptidi messaggero in grado di modificare il comportamento di certe cellule, proteine (albumine), sali minerali, leucociti, vitamine).
Il processo di allattamento si base su due riflessi: la suzione e la produzione del latte
Il processo di allattamento perciò si basa principalmente su due riflessi delle due parti, uno del bambino, quello della suzione, e uno della madre, quello di produrre il latte: questo processo è regolato anche a livello ormonale, che in modo specifico dopo il parto vede un’impennata dei livelli di prolattina, l’ormone che regola la produzione di latte, il cui rilascio del latte è causato dalla suzione del bambino. L’emissione di latte è invece dovuta a un altro ormone, l’ossitocina, il cui rilascio può essere provocato sia dalla suzione del bambino che dalla semplice vista o pensiero del piccolo da parte della madre.
Questi due riflessi, apparentemente semplici, messi insieme fanno sì che si metta in pratica un comportamento tanto specifico quanto reciproco, in quanto sarà la fame del bambino a dettare la produzione di latte della mamma, per cui tanto più esso si attaccherà al seno tanto più latte verrà prodotto.
Si tratta in sostanza di piccole percezioni, come il contatto con la pelle, il calore, l’odore, il suono della voce, di cui il bambino ha avuto tra l’altro precedente esperienza nella vita intrauterina ma che cominciano ad avere un senso nella sua diretta sperimentazione dopo la nascita.
Difatti nel corso dei nove mesi di gestazione, quando il piccolo si è formato ed è cresciuto nel grembo materno, le emozioni provate dalla madre durante il periodo di gravidanza implicano una ricaduta a livello di neurotrasmettitori e ormoni nel sistema circolatorio materno e in tutti gli altri parametri corporei, cambiamenti che vengono percepiti dal bimbo in utero, che è in grado di fare esperienze dei cambiamenti umorali e corporei della madre, di avvertire i suoi cambiamenti di stato e può manifestare già comportamenti di suzione, inghiottendo piccole quantità di liquido amniotico o succhiandosi il pollice.
La nascita inoltre è un distacco forte dalla madre e dalla condizione precedente e per questo è così sentita la reciprocità di dipendenza e attaccamento. Basti pensare al fenomeno del “Breast Crawl”, l’arrampicata al seno: subito dopo la nascita il neonato, appoggiato sul corpo della mamma, è capace di trovare da solo il seno materno e raggiunto questo può attivamente attaccarsi e può ascoltare di nuovo rumori e movimenti familiari, come il battito del cuore che l’ha accompagnato per nove mesi e l’alternarsi del respiro materno. Il Breast Crawl è il comportamento istintivo e naturale del neonato umano: la diade madre/neonato risulta vicendevolmente ricettiva nel periodo più sensibile che dura da mezz’ora ad un’ora dopo il parto e questo periodo è cruciale per costituire il fondamento di un efficace allattamento al seno.
di Francesca Lopez