Durante il primo anno di vita del bambino l’alimentazione è un fattore di crescita e sviluppo. Mano a mano che il suo corpo cresce, il latte materno è sostituito da cibi solidi, e si rafforza il legame con l’ambiente che lo circonda.
Il passaggio graduale dal nutrimento liquido al nutrimento solido è indicato come “svezzamento”. Mentre i primi mesi del neonato sono vissuti in simbiosi con la madre, il suo corpo legato a quello materno, ora con lo svezzamento dovrà affermarsi la sua autonomia.
Lo svezzamento
Lo smettere di allattare è spesso descritto come un lungo cammino. Quando il bambino vi è pronto, può essere un’avventurosa passeggiata insieme alla mamma. In caso contrario può diventare a volte un percorso in salita. Un’idea diffusa è che il bambino non vorrebbe mai smettere di poppare, per cui a volte lo svezzamento è visto come una forzatura che avviene per iniziativa e insistenza dell’adulto.
Apprendere ad alimentarsi come gli adulti fa parte del processo evolutivo di crescita fisica, psicologica e sociale di ogni cucciolo umano, così come iniziare a camminare o a parlare.
Nessun bambino “vuole” restare piccolo o dipendente: semplicemente, fino ad una certa età i bambini “sono” piccoli e dipendenti!
Lo svezzamento cambia a seconda che il bambino sia stato allattato al seno o con latte artificiale (biberon). Dare un biberon educa l’adulto a ragionare in termini di quantità (pieno o vuoto), il biberon pieno è il pasto che “deve” prendere il bambino, e quando il biberon è vuoto il pasto è finito.
Al momento dello svezzamento il biberon è sostituito dalla scodella: l’adulto si aspetta che il risultato positivo sia che il bambino mangi tutto. Una mamma che allatta a richiesta, senza orari e quantità prefissate, ha avuto molti mesi per conoscere il modo in cui il suo bambino preferisce nutrirsi e sa che è capace di autoregolarsi. Perciò sarà meno ansiosa di controllare direttamente i tempi e le quantità che il bambino mangia, e continuerà a fare come a fatto sinora, cioè a lasciare che sia il bambino a dire “basta” o “ancora”.
Il bambino allattato al seno conoscerà già i piaceri di una dieta variata nei gusti e se, al momento dello svezzamento, gli si proporranno gli stessi cibi che mangia la sua mamma, sarà come ritrovare vecchi sapori in modo nuovo.
Smettere di allattare: e dopo?
Molte delle difficoltà che si incontrano nella fase dello svezzamento derivano dall’idea che svezzare significhi dare una cosa al posto di un’altra: la pappa al posto del latte di mamma.
Quando un bambino ha pasti cadenzati durante una giornata è facile pensare allo svezzamento come a un semplice cambiamento di menù, e quindi procedere sostituendo un biberon con una pappa.
Errore più comune per il genitore che usa il biberon, per dare al bambino il nutrimento, è semplicemente sostituire il contenuto, con la sola operazione di allargare il foro della tettarella, per far passare bene la pappa. Trasferire questo approccio a una coppia madre-bimbo che sta effettuando l’allattamento al seno a richiesta è molto difficile.
Innanzitutto non ci sono orari per le poppate, mentre rendere disponibile un pasto ha bisogno di una certa preparazione. Il bambino che impara a mangiare deve affrontare la novità, non solo del sapore e delle consistenze, ma anche della diversa modalità di somministrazione – con le mani o con il cucchiaino – . Per una mamma abituata all’allattamento a richiesta, la quantità di pappa non ha molta importanza nella fase iniziale, perché la mamma stessa ha fiducia nella capacità di autoregolazione del bambino, ma soprattutto perché sa che il suo latte è sempre l’alimento più nutriente che può dare a suo figlio.
È importante quindi offrire al bambino altri cibi in aggiunta e non in sostituzione del seno.
Non è l’adulto che insegna al bimbo a mangiare: in realtà tale capacità è iscritta nei geni di ogni piccolo essere umano e, al momento giusto, è il bambino stesso che allunga la manina. Inoltre la sua innata curiosità, e l’impulso a imitare gli adulti, farà sì che il bimbo mangi il cibo proposto.
Ogni bambino è diverso e non c’è un modo solo per effettuare lo svezzamento, anche se tutti, alla lunga si concludono allo stesso modo: con l’alimentazione solida e l’abbandono del seno.
Svezzare al momento giusto
È importante smettere di allattare al momento giusto, con calma e semplicità, lasciandosi guidare dal proprio bambino. I primi assaggi servono per abituarlo a sensazioni, stimoli e modi di fare nuovi, non necessariamente per fornirgli il nutrimento.
Anche se ciò che il bambino riceve dal seno materno è ancora, qualitativamente e quantitativamente, la sua fonte alimentare principale, la poppata per lui è ancora conforto, riposo, socializzazione, cura, conversazione e gioco.
Tutte cose che potrà imparare a fare anche a tavola con la sua famiglia, così che contribuirà a creare e mantenere una cultura della nutrizione che non sia solo un’introduzione di alimenti, ma anche un momento di piacere e convivialità.
di Sara Ayache