Se pensiamo alla maternità, tendiamo a pensare a un momento felice, in cui il senso di gratitudine prevarrà su ogni altro aspetto della vita di una donna, questo perché la maternità segna il momento dell’arrivo di un piccolo essere a nostra immagine e somiglianza.

La società ci “insegna” che in quanto donne, nel nostro DNA ci sia scritto che saremmo perfettamente in grado di immaginare e proiettarci, nel momento in cui guarderemo con occhi straripanti di amore il nostro bambino fare i primi sorrisetti e versetti o ci ritroveremo a giocare con i suoi piedini e le sue soffici guance scatterà, madri felici e grate.

Cosa può succedere se le cose non vanno come la società si aspetta?

Sappiamo certamente che i bambini piangono, siamo consapevoli che in quel momento quel loro modo di comnicare sarà il mezzo con la quale richiameranno la nostra attenzione, dunque immaginiamo che ogni mamma è ingrado di accogliere questa richiesta nel migliore dei modi, ma allo stesso tempo siamo in grado di immagine una madre, ad esempio, sola in casa con il suo bambino che piange, che non riesce a fermarsi, guarda il suo bambino piangere per un po’, ma non sà il perchè, non le è chiaro, sappiamo che ha tutto, il dottore dice che sta bene, ma continua, sempre più forte e non è la prima volta, sembra quasi normale nelle prime settimane, nonostante tutto continua a piangere e magari anche la mamma piangendo sconfortata da quella situazione che la porta a pensare: “io non sono più sicura di continuare a vole essere madre”.

Per approfondire: Essere madre oggi: tra social, tradizioni, modernità e paure ancestrali

Cos’è la depressione post-partum

Il Ministero della Salute identifica la gravidanza e il post partum, come uno dei periodi della vita di una donna in cui si incorre in maggior rischi per il benessere materno.

Studi specifici condotti in nazioni e culture diverse hanno evidenziano che la depressione post partum colpisce, con diversi livelli di gravità, dal 7 al 12% delle neomamme ed esordisce generalmente tra la 6ª e la 12ª settimana dopo la nascita del figlio, con episodi che durano tipicamente da 2 a 6 mesi. La donna si sente triste senza motivo, irritabile, facile al pianto, non all’altezza nei confronti degli impegni che la attendono.

Dunque una delle possibili barriere che le neomamme possono incontrare è la depressione postpartum o peripartum.

Differenza tra depressione post-partum e baby blues

E’ indispensabile fare una premessa per distinguere la depressione post partum dal baby blues. Il baby blues è un momento transitorio, in cui si verifica un calo dell’umore, pianto, sensazione di malinconia o un senso di inadeguatezza, dunque stati fisiologici che si possono verificare in molte madri nei giorni successivi al parto. Questa sensazione è in gran parte correlata ai cambiamenti ormonali che si verificano nelle donne dopo il parto e spontaneamente entro i primi giorni dalla nascita del bambino.

La depressione post partum, invece, si presenta successivamente anche uno o più mesi dopo il parto e riguarda, generalmente il 10-15% delle donne.

I sintomi si prolungano nel tempo, oltre le prime settimane dalla nascita del bambino, quelli maggiormente ricorrenti possono essere: 

  • Tristezza, umore depresso
  • Stanchezza per la maggior parte del giorno
  • Perdita di interesse, assenza di sensazioni piacevoli
  • Perdita di interesse per il bambino
  • Modifiche nel sonno e nell’appetito
  • Sentimenti di autosvalutazione o sensi di colpa
  • Ridotta capacità di concentrazione
  • Ricorrenti pensieri di morte/suicidio
  • Ansia o panico immotivati ed eccessivi inerenti alla cura o la salute del bambino

Le neomamme, che si trovano a dover affrontare questo problema, dichiarano che sperimentano un forte senso di vergogna mista a senso di colpa.

In effetti, il sentimento comune che la società ci suggerisce, è che una nuova madre dovrebbe essere felice in ogni momento ma in effetti si tratta di un falso mito.

La paura di essere viste come madri inadeguate, alimentata da aspettative non realistiche, può far sì che le donne siano riluttanti a chiedere aiuto e che ci si dimentichi che ci vuole tempo per adattarsi ai cambiamenti.

Circa il 67% delle madri depresse riporta di avere difficoltà di interazione e attaccamento; tali interazioni sono riconosciute come essenziali per una relazione efficace, capace di prevenire conseguenze a lungo termine per lo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del bambino.

Per approfonfire: Depressione Post-Partum: prevenirla con un Corso di Accompagnamento alla Nascita

Alcuni consigli utili

Banali ma effeicaci, ecco di seguito alcuni consigli da tenere in mente per il benessere di una mamma:

  • Trova qualcuno con cui parlare di come ti senti ad esempio con altre madri, per aiutarti a capire che non sei l’unica ad avere certi sentimenti. Questo può aiutarti a vedere la situazione da più angolazioni.
  • Prenditi del tempo per stare con il tuo partner.
  • Non concentrarsi ossessivamente sul bambino; prima di avere un figlio eravate una coppia, continuate ad esserlo.
  • Lascia che i tuoi amici e la tua famiglia ti aiutino in casa e con il bambino.
  • Riduci le tue aspettative nei confronti delle pulizie di casa.
  • Cerca invece di dedicare il tempo libero che hai ad attività più piacevoli, come una conversazione con un amico, un bagno caldo, una passeggiata.
  • Se ti senti solo, stanco, frustrato, lascialo a qualcuno di cui ti fidi e prenditi del tempo per te stesso. Non devi sentirti in colpa per questo.
  • Cerca di coinvolgere e incoraggiare il papà a prendersi cura del bambino.

Prevenire e trattare la depressione

E’ scientificamente provato che la depressione è prevenibile, diventa estremamente importante mettere in campo azioni integrate tra diversi settori e a diversi livelli per favorire l’inclusione sociale e garantire il coinvolgimento di tutte le parti conivolte.

La depressione post-parto, se non riconosciuta può interferire con la capacità della donna di instaurare uno scambio di comportamenti ed emozioni con il figlio e di attaccamento, dunque un intervento precoce può prevenire conseguenze negative.

Programmi di screening per l‘identificazione delle donne a rischio di sviluppare la depressione postpartum, già effettuati durante la visita dal medico di famiglia o dallo specialista o subito dopo il parto, può aiutare a prevenire lo sviluppo di disisturbi a lungo termine sul piano cognitivo, sociale e sviluppo emotivo del bambino attraverso interventi diagnosi e precoci.

Per approfondire: CORSO ONLINE – DEPRESSIONE POST-PARTUM: PROMUOVERE IL BENESSERE DELLA NEOMAMMA

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